"Nel 2023 sono diminuiti dell'1,8%
gli avvocati in attività iscritti alla Cassa forense", pari a
"circa 4.000 professionisti in meno, concentrati soprattutto nel
Sud Italia (-3,3%) e in particolare in Calabria (-4,8%) e
Basilicata (-4,7%)", così che il numero totale "è sceso dai
225.513 del 2022 ai 221.523" dell'anno scorso. Lo sottolinea il
presidente dell'Associazione italiana avvocati d'impresa
Antonello Martinez, in una nota nella quale parla di "un calo
fisiologico per un Paese, il nostro, che ha la più alta densità
di avvocati in Europa. Solo in Lussemburgo, Cipro e Grecia ce ne
sono di più", mentre "tra le grandi nazioni europee siamo al
primo posto con quasi 400 legali ogni 100.000 abitanti, dato che
scende a 300 per la Spagna, a 200 per la Germania e a 100 per la
Francia".
In controtendenza, si legge, c'è la Lombardia, che è l'unica
regione con i legali in crescita, "seppure dell'1%, pari a oltre
300 professionisti in più".
La discesa degli iscritti, osserva Martinez, "in Puglia,
Calabria e Sicilia ha fatto salire i redditi medi degli
avvocati, che rimangono comunque inferiori del 40-50%, rispetto
alla media nazionale (44.654 euro)". All'estremo opposto, si
sottolinea, la Valle d'Aosta ha visto un calo del 3,7%, con il
reddito medio, che è sceso da 54.059 a 52.039 euro". Il
presidente dell'associazione, infine, osserva che si è dinanzi
ad "un mercato nazionale sovraffollato, dove i grandi studi
legali d'affari sono concentrati tra Milano e Roma, con un
processo di aggregazioni che è ancora in corso, e una
parcellizzazione nel resto del Paese che non garantisce redditi
ai livelli di altri Paesi europei. Ci sono anche i tanti legali
che lavorano nelle aziende - chiude - ma è un mondo diverso
dalla libera professione", termina la nota.
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