Nel 2023 sono state 1,88 milioni le
famiglie che secondo l'Istat hanno cambiato casa. Un numero
record che supera il 2022 (1,62 milioni) e i livelli pre Covid
di 1,76 milioni. A riportare i dati è Confedilizia che
sottolinea come 10 anni fa a trasferirsi da una casa all'altra
erano state un milione e 378mila famiglie e 20 anni fa meno
della metà, solo 877mila. L'associazione parla di una vera e
propria trasformazione sociale che nel 2023 ha riguardato il
7,2% dei nuclei familiari contro il 3,9% del 2003.
La percentuale più alta di famiglie che hanno cambiato
abitazione è al Centro: l'8,1% contro il 7,2% del Sud, il 6,9%
del Nord Ovest e il 6,8% del Nord Est. Ad essersi trasferito, è
ben l'8,5% dei nuclei che vivono in quella che è definita come
periferia dell'area metropolitana, cioè in comuni diversi dal
capoluogo delle province di Torino, Milano, Venezia, Genova,
Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Catania,
Cagliari. Nei capoluoghi, invece, si scende al 7,9%.
La quota di spostamenti si riduce parallelamente al diminuire
della popolazione: se nel caso delle città con più di 50mila
abitanti (non città metropolitane) ha cambiato casa il 7,4%
delle famiglie, nei comuni con meno di 2mila abitanti lo ha
fatto il 5,3%.
"Gli italiani continuano ad essere affezionati
all'investimento immobiliare, soprattutto nelle aree più
densamente popolate come i comuni intorno ai grandi centri.
Questo avviene perché, tranne che in alcuni quartieri di poche
grandi città, i prezzi reali delle case non sono cresciuti o lo
hanno fatto meno che in altri Paesi europei e lo stesso vale per
i canoni di locazione", commenta Confedilizia secondo cui "la
voglia di spostarsi e di cercare nuove abitazioni in cui vivere
dovrebbe essere un'occasione da cogliere per ravvivare il
settore immobiliare ed edilizio".
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