"Davanti alla disfatta con la
Svizzera ho pensato di essere in una puntata di 'Scherzi a
parte'. Mi è capitato di assistere a sconfitte, ovvio. In sport
individuali può succedere che il tennista o il nuotatore di
turno proprio nel giorno della gara, a causa di un problema
fisico o mentale, abbia una pessima prestazione. Ma in uno sport
di squadra, con la possibilità di effettuare cinque sostituzioni
su undici, la scena mi è sembrata inverosimile". Così al
Corriere della Sera il presidente del Coni Giovanni Malagò.
Spalletti "è stato onesto nell'ammettere di aver sbagliato
e che il mestiere del selezionatore è diverso da quello
dell'allenatore. Il Ct deve saper gestire un gruppo in base alle
proprie idee tattiche. Il suo curriculum parla da solo ma è
evidente che ha responsabilità". Dimissioni? "Un attimo. Chi ora
le invoca dimentica che lo scorso anno riteneva Spalletti il
miglior tecnico a disposizione. Ma se ora Luciano dice di essere
pronto a rimettersi in gioco per dimostrare di poter ottenere
risultati migliori, chi dovrebbe prendere la decisione di
sostituirlo? I vertici federali che sono i primi a essere messi
in discussione?".
A Gravina ha detto che "non avrebbe potuto dilatare nel tempo
questa situazione: l'aria si è fatta irrespirabile. Prima di
questa tragedia nazionale, le elezioni federali si sarebbero
dovute tenere fra febbraio e marzo del prossimo anno. Le ha
convocate invece a novembre, alla prima data utile. Chi arriverà
si prenderà le sue responsabilità e deciderà se accordare
fiducia a Spalletti oppure fare altre valutazioni. Solo in
questo sport esiste una legge non scritta. In caso di disfatta
la responsabilità non è solo di chi va in campo ma anche dei
dirigenti".
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