Cala il sipario sui tè con pasticcini in compagnia della rappresentante Tupperware, imprescindibile ricordo d'infanzia di ogni boomer.
La celebre industria americana, produttrice dei recipienti alimentari in plastica dal design e colori inconfondibili, è stata costretta a chiede una procedura di fallimento controllato per evitare la bancarotta. "Da qualche anno la situazione finanziaria della società era gravemente colpita da un contesto macroeconomico difficile" ha detto Laurie Ann Goldman, Amministratore Delegato della società che ha presentato istanza di protezione prevista dalla legge americana sui fallimenti dopo giorni di rumor.
Che sia colpa della nuova coscienza ecologista o della vita frenetica dove non c'e' più tempo per un tè con la rappresentante Tupperware, così facile organizzare negli anni Sessanta e Settanta ma adesso impossibile. Il destino delle scatole di plastica sembrava già segnato nel 2020 quando il gruppo ha dovuto ristrutturare il proprio debito finanziario.
Ora, la società fondata nel 1946 dall'inventore Earl Tupper dovrà trovare un nuovo acquirente per rilanciare il marchio e ristrutturarsi.
"Abbiamo valutato diverse opzioni e alla fina abbiamo deciso che chiedere il capitolo 11 fosse la soluzione migliore. Questa ci permetterà una flessibilità essenziale per consentirci di arrivare alla necessaria trasformazione digitale e tecnologica della nostra società, meglio posizionata sul mercato", dice Goldman Dopo settimane di voci ieri il titolo Tupperware era stato sospeso alla borsa di New York. A metà agosto il gruppo aveva dichiarato di dovere ancora "far fronte a problemi di liquidità importanti" e di "dubitare della propria capacità di proseguire le attività". E dal 2022 non pubblicava più i suoi conti dopo aver chiuso il bilancio con un fatturato sceso a 1,3 miliardi ovvero 42% in meno del fatturato registrato nel 2017.
Nei fascicoli depositati davanti al tribunale fallimentare del Delaware, Tupperware stima i suoi attivi fra 500 milioni di dollari e il miliardo e il suo passivo (capitali e debiti) tra uno e 10 miliardi di dollari. I creditori ammessi alla procedura sono stimati fra 50.000 e 100.000
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