"Nel professionista il cliente ripone
la sua fiducia, garantita dal vincolo deontologico che assicura
un costante allineamento tra interesse individuale e bene della
collettività", e "la necessità della presenza e del costante
controllo del professionista sulle attività delegate all'Ia è
ineludibile", ma "vi è il fondato rischio che si deleghino
prestazioni professionali a sistemi di Intelligenza artificiale
e ad applicazioni evolute, eventualmente gestiti da personale
tecnico privo di qualifica": è un passaggio della memoria che
Confprofessioni, la Confederazione delle associazioni di
professionisti presieduta da Gaetano Stella, ha consegnato oggi
alla Commissione Giustizia del Senato, nel quadro delle
audizioni sul disegno di legge sull'Intelligenza artificiale.
"Siamo preoccupati, in particolare, per le prestazioni che
vengono intermediate dal web, dove il cliente non ha la
possibilità di verificare personalmente la reale professionalità
del suo interlocutore e la personalità della prestazione", si
evidenzia nel testo, e "va, quindi, ribadito che anche nei
sistemi di Ia di ultima generazione (deep learning),
l'interazione fra uomo e macchina è comunque necessaria".
Secondo Confprofessioni, poi, "è certamente apprezzabile la
previsione di percorsi formativi dedicati ai professionisti" nel
provvedimento, "allo stesso tempo riteniamo, però, che la
formazione non possa essere rimessa ad una competenza dei soli
Ordini", ma "anche dalle associazioni private e dagli enti di
formazione accreditati".
Ed è, infine, "assai opportuna la scelta del governo di
istituire, presso il ministero del Lavoro, un Osservatorio
sull'adozione di sistemi di intelligenza artificiale nel mondo
del lavoro", che "potrà costituire un importante tavolo di
confronto permanente tra le parti sociali, il governo, le
imprese, i professionisti e le altre realtà del mondo
produttivo, per monitorare l'impatto dell'Ia sulle
trasformazioni del mondo del lavoro".
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