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>>>ANSA/Raddoppiate criptovalute nei portafogli italiani

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Consob, 18% investitori le ha. Giovani si informano sui social

ROMA, 30 luglio 2024, 14:34

Redazione ANSA

ANSACheck
(di Angelica Folonari) Sono raddoppiati in due anni gli italiani che investono in criptovalute e anche gli investimenti sostenibili sembrano diventare via via più attraenti. E quando si tratta di scegliere come impiegare i propri risparmi, i social media battono i giornali della carta stampata e del web e si collocano al terzo posto, dopo Internet e Tv, nella graduatoria delle fonti di informazione più usate dalle famiglie. La tendenza al ricorso ai social è più accentuata tra i giovani e le donne. Ma all'interno dei nuclei familiari chi decide dove e cosa investire è di regola la persona che percepisce il reddito più alto e nella stragrande maggioranza si tratta di uomini. A tracciare l'identikit dell'italiano alle prese coi mercati finanziari è il rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie italiane. Secondo l'indagine condotta su un campione di 2.000 persone, tra il 2022 e il 2024 la percentuale degli intervistati che dichiara di avere criptovalute in portafoglio è più che raddoppiata, dall'8 al 18%, anche se la scelta non sempre è associata ad un'effettiva conoscenza delle caratteristiche di questo tipo di asset digitale. In crescita anche gli investimenti qualificati come sostenibili, passati dall'11 al 20% nel salvadanaio del 20% degli intervistati. Internet è di gran lunga il canale più usato per la ricerca di informazioni finalizzate a prendere una decisione di investimento: il 67% degli intervistati si approvvigiona sul web. Al secondo posto la Tv (43%) e a seguire con il 36% i social media, mentre carta stampata e testate on-line sono usate dal 34% degli interpellati, percentuale che scende al 33% per i siti delle istituzioni. La rilevanza dei social come fonte d'informazione in campo finanziario è maggiore per i giovani fra i 18 e i 34 anni (il 58%, più di uno su 2), per le donne (42% contro il 34% degli uomini), per i nuclei familiari che gestiscono somme inferiori ai 50.000 euro (41%) e per chi ha un basso livello di educazione finanziaria (55%). Tuttavia, una volta raccolte le informazioni nella prima fase di orientamento, quando si arriva alla decisione finale su come investire i propri soldi, la percentuale di intervistati che si lascia guidare dalle indicazioni trovate sui social scende al 3%. Lo studio mette in luce poi che il decisore finanziario è di regola il membro della famiglia che percepisce il reddito più alto ed è anche il principale responsabile della gestione delle finanze. Nel 78% dei casi è un uomo di età media di 51 anni. Si conferma, dunque, il divario di genere che caratterizza il contesto italiano con riferimento non solo ad aspetti retributivi ma anche sociali e culturali. L'obiettivo prioritario nelle scelte di investimento è la protezione del capitale (81%) a fronte di un 55% di intervistati che si prefigge, invece, la crescita del capitale.

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