ALESSANDRA JATTA 'L'APOLIDE'
(EDIZIONI VOLAND; 240 PP; 19 EURO)
Tornano in libreria i destini della famiglia degli Olsuvief.
E come il precedente anche il secondo libro di Alessandra Jatta
è un puro romanzo. Narrazione che però si basa su documenti,
foto ricordi testimonianze di una grande famiglia, la sua, che
ha attraversato l'Europa e due secoli di storia.
Dopo 'Foglie al vento' nell''Apolide', Olga, la matriarca,
si imbarca in fuga su un cacciatorpediniere inglese con il
marito ed i 5 figli mentre, dopo l'uccisione dello zar la
Rivoluzione russa divampa. Hanno perso tutto quello che
possedevano. Dopo lunghissime traversie arriveranno a Firenze,
dove cominceranno la loro nuova vita.
Il libro guarda al futuro, alla storia della famiglia, ma
resta comunque, anche in questo volume, il dolore, così
profondamente russo, dell'abbandono della Patria, "È un dolore
quasi fisico: lo sente sulla propria pelle, lo annusa nell'aria
che la circonda", pensa attendendo l'imbarco la protagonista. A
Firenze tutto cambia: è la città già internazionale dei primi
del '900, dove si incontrano intellettuali inglesi, francesi e
russi.
Il romanzo è uno spaccato puntuale sulle atmosfere
dell'epoca e si snoda nei successivi 20 anni, fino alla soglia
della seconda guerra mondiale, tra la vita fiorentina della
famiglia, le vacanze al Forte, gli incontri e i bagni estivi a
Livorno, gli amori, i fidanzamenti, le nozze. È un racconto
corale ma che ha un unico baricentro, la matriarca Olga che
Jatta racconta attraverso i documenti e le memorie di famiglia,
protagonista assoluta non sempre tutta in luce. "Di Olga due
cose sono certe: non sorride mai e ha sempre vissuto al di sopra
dei propri mezzi", si legge di questa indiscutibile
protagonista, simbolo di un'intera epoca, che adora D'Annunzio,
si innamora, fuma troppo, gioca troppo e tenta di governare le
sorti della famiglia.
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