"Sappiamo che l'attuale situazione
economica non consente molti margini di manovra. In questo
quadro riteniamo importante l'ulteriore taglio del cuneo fiscale
a favore dei lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi di
oltre 3 miliardi di euro previsto per l'anno in corso e
l'allocazione di ulteriori risorse al Fondo per la riduzione
della pressione fiscale nel 2024 pari a oltre 4 miliardi
destinati alla riduzione della tassazione delle famiglie". È
quanto affermato dal tesoriere del Consiglio nazionale dei
commercialisti, Salvatore Regalbuto, nel corso dell'audizione
parlamentare sul documento di economia e finanza per il 2023,
tenutasi oggi in seduta congiunta presso le Commissioni
programmazione economica e Bilancio di Camera e Senato.
Per il professionista "la pressione fiscale del 2022 ha
raggiunto il livello record del 43,5% nominale, dato che si
accentua ulteriormente se si considera l'ammontare stimato
dell'economia non osservata. Tale tendenza deve essere oggetto
delle future politiche economiche volte a ridurne per quanto
possibile l'incidenza" e i decreti attuativi della legge delega
di riforma del sistema tributario "dovranno rappresentare un
punto di svolta per famiglie e imprese. Per le famiglie
attraverso una rimodulazione dell'Irpef che passi anche
attraverso risorse liberate dalla revisione delle 'tax
expenditures'. Per le imprese, attraverso una semplificazione e
una razionalizzazione del prelievo che premi assunzioni,
innovazione e investimenti. Solo attraverso la creazione di
lavoro e l'aumento della produttività e competitività delle
imprese si potranno creare i veri presupposti per la riduzione
della pressione fiscale e per l'attrattività del nostro sistema
economico". Infine, al rappresentante dei commercialisti "pare
ragionevole ipotizzare un utilizzo ulteriore delle risorse del
Pnrr per una riproposizione dello strumento della cessione del
credito e dello sconto in fattura mirata alla riqualificazione
degli edifici scarsamente performanti sotto il profilo
dell'efficienza energetica, e a beneficio delle fasce di
contribuenti meno abbienti".
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