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I'm Still Here, una donna sola contro la dittatura brasiliana

I'm Still Here, una donna sola contro la dittatura brasiliana

Walter Salles al Lido racconta la storia di Rubens Paiva

LIDO DI VENEZIA, 01 settembre 2024, 20:24

Redazione ANSA

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Una grande donna sola contro tutta la dittatura brasiliana interpretata da una grande attrice. Si potrebbe sintetizzare così 'I'm still here' di Walters Salles, film in concorso a Venezia '81 con protagonista assoluta Fernanda Torres nei panni di Eunice Pavia, madre di cinque figlI, la cui vita venne sconvolta da un atto di violenza arbitraria, il singolare arresto del marito, ex deputato, e poi la sua successiva sparizione. Una pratica molto comune nel 1971, in un Brasile stretto nella morsa della dittatura militare. Dopo un po' verranno prelevate anche lei e la figlia più grande che saranno torturate e messe in prigione per cinque lunghi giorni. Una volta liberata Eunice è costretta a reinventarsi, non ha più denaro, i conti del marito sono bloccati. Così decide di ricominciare tutto da capo trasferendosi a San Paolo dove torna ad insegnare.
    Il film, tratto dal libro omonimo del deputato socialista desaparecido Marcelo Rubens Paiva, poggia tutto sulle robuste spalle dI Torres, sempre in primo piano e capacissima di rendere bene l'angoscia claustrofobica e senza speranza e senza senso di quello che questa donna sta vivendo.
    "Quando ho letto per la prima volta il libro di Marcelo Rubens Paiva, figlio di Eunice, mi sono commosso profondamente - dice il regista oggi al Lido -. Per la prima volta, la storia dei desaparecidos, le persone strappate alle loro vite dalla dittatura brasiliana, veniva raccontata dalla prospettiva di chi era rimasto. Nell'esperienza di una donna - Eunice Paiva, madre di cinque figli - c'era sia la storia di come vivere una perdita sia il segno della ferita lasciata a una nazione. È stata anche una questione personale: conoscevo questa famiglia ed ero amico dei bambini Paiva. La loro casa è rimasta impressa nella mia memoria - sottolinea Salles (I diari della motocicletta) -. Nei sette anni in cui abbiamo realizzato I'm Still Here, la vita in Brasile si è pericolosamente avvicinata alla distopia degli anni Settanta, il che ha reso ancora più urgente raccontare questa storia".
   

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