"La perdita di Shahbaz ci ha fatto
soffrire, lui ci manca, ma il messaggio che è stato percepito a
livello nazionale, in Pakistan, e anche internazionale, ha
ridotto la sofferenza perché il suo sacrificio non è stato
vano". A parlare è Paul Bhatti: dopo tredici anni
dall'assassinio di suo fratello Shahbaz, il ministro delle
minoranze che tanto si era battuto anche per difendere Asia
Bibi, lo ha ricordato con queste parole in un evento ieri al
Senato organizzato dall'associazione dei cristiani pakistani in
Italia fondata da Shaid Mobeen, che è stato amico di Shahbaz
Bhatti e che ne condivide ancora oggi la battaglia. "Cerchiamo
di costruire la pace utilizzando tutti i canali possibili", ha
detto Mobeen che da anni è docente dell'Università Urbaniana a
Roma.
Nel ricordo dello statista pakistano, in tutti gli interventi
si è parlato di Bhatti come di "un vero operatore di pace" che
ha saputo portare i valori della fede nella sua attività
politica a favore dei cristiani e delle altre minoranze in
Pakistan. Cinque anni fa è stata aperta la causa di
beatificazione.
Fra gli altri interventi, quello del direttore della
fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, Alessandro
Monteduro, che ha ricordato il sacrificio di tutti martiri del
XXI secolo. "Il 2 marzo del 2011 segna dolorosamente la storia
delle comunità cristiane di tutto il mondo - ha sottolineato il
direttore di Acs riferendosi all'uccisione di Shahbaz Bhatti -,
fu un delitto annunciato che non ha riguardato solo i cristiani
del Pakistan ma tutte le minoranze religiose perché l'azione di
Bhatti metteva al centro la valorizzazione di tutte le comunità
religiose". Valeria Martano, coordinatrice per l'Asia della
Comunità di Sant'Egidio, ha invece sottolineato che l'eredità
del lavoro di Bhatti, che si è concretizzata con nuovi diritti
per tutte le minoranze del Pakistan. E ha ricordato anche come
la sua Bibbia sia oggi conservata a San Bartolomeo all'Isola
Tiberina, il 'santuario' dei nuovi martiri.
Dal Pakistan invece la testimonianza dell'avvocata dell'Alta
Corte, Tabassum Yousaf, che con coraggio difende le ragazze
delle minoranze, soprattutto di quella cristiana, che vengono
rapite e forzosamente convertite all'islam.
"Il Governo - ha detto Davide Dionisi, inviato speciale per
la promozione della libertà religiosa nominato dal ministro
degli Esteri Antonio Tajani - è in piena linea con l'eredità
lasciata da Shahbaz Bhatti perché portare avanti la sua
battaglia vuol dire sconfiggere la cultura della violenza e del
fanatismo. Di fronte ad una figura come questa, si possono
provare diversi sentimenti ed assumere più posizioni, anche
critiche si intende. Eccetto una: l'indifferenza".
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