Sono stati presentati
questa mattina, presso la Pontificia Università della Santa
Croce, i risultati di un'indagine internazionale su giovani,
valori e religione promossa dal gruppo di ricerca "Footprints.
Young People: Expectations, Ideals, Beliefs" dello stesso
ateneo, insieme ad altre sette università del mondo, con il
supporto dell'agenzia spagnola Gad3.
Allo scopo di misurare lo stato della religiosità e la fede
fra i giovani, l'inchiesta si è svolta nei mesi di novembre e
dicembre 2023 in 8 Paesi: Argentina, Brasile, Italia, Kenya,
Messico, Filippine, Spagna e Regno Unito. Il campione è composto
da 4.889 giovani tra i 18 e 29 anni di età.
"Tra i risultati più rilevanti, l'aumento per la spiritualità
fra i giovani in tutto il mondo", riferisce la Santa Croce.
Questo aumento della spiritualità si registra in maniera forte
in Paesi come Kenya, Filippine e Brasile, dove tra l'82% e il
92% dei giovani si identifica come "credenti". Guardando alle
altre nazioni, come la Spagna e l'Italia, emerge una profonda
convinzione di fede da parte degli intervistati. Il 60% dei
giovani cattolici spagnoli e italiani ritengono fondamentale la
partecipazione alla messa così come la comunione. Ci sono Paesi
che si collocano in una posizione "intermedia" per quanto
riguarda la manifestazione della fede dei giovani: Messico (71%)
e Argentina (51%).
C'è una grande percentuale di donne credenti in paesi come
Kenya (93%), Filippine (83%) e Brasile (81%), e in generale il
numero di donne cattoliche è più alto anche a livello globale
(52%).
Per quanto riguarda la visione sulla Chiesa, la maggior parte
dei giovani credenti la ritiene un'istituzione che contribuisce
al bene della società (76%). Una importante fetta del campione
denuncia invece la corruzione politica (94% tra i credenti, 85%
non credenti) e i problemi legati all'ecologia (93% tra i
credenti, 85% non credenti).
La pena di morte e la giustificazione della guerra incontrano
ugualmente opposizione tra i cattolici e gli appartenenti ad
altre religioni e agli atei. Grande convergenza anche
nell'opporsi alla legalizzazione della prostituzione (70%).
Tra coloro che nel campione si identificano come "atei"
emerge comunque un interesse per la vita dopo la morte e per
un'adeguata comprensione della sofferenza; le percentuali sono
più alte per Kenya e Filippine. Sempre in questi due Paesi,
nonostante un 70% di giovani si professa non credente, dichiara
di considerare la preghiera come un aspetto importante della
propria vita.
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