E' stato aperto a Kiev
il processo di beatificazione dell'arcivescovo Ljubomyr Husar. A
proclamare solennemente l'avvio del processo è stato
l'arcivescovo maggiore di Kiev della Chiesa ucraina
greco-cattolica, Sviatoslav Shevchuk. Nel decreto di apertura si
sottolinea - riferisce AsiaNews - come nei sei anni trascorsi
dalla sua morte, avvenuta a Kiev il 31 maggio 2017, "la forza
della sua parola e del suo spirito hanno continuato a servire
come orientamento e sostegno alle persone nella vita quotidiana,
soprattutto nei giorni della terribile guerra che stiamo
vivendo".
Il corpo del "patriarca Ljubomyr", come viene chiamato dai
fedeli greco-cattolici, è nella cattedrale della Resurrezione
del Signore a Kiev, colpita dai missili russi nei primi giorni
dell'invasione dell'Ucraina, ma rimasta quasi integra. Dopo la
sua morte, osserva ancora il decreto, "il popolo di Dio ha
cominciato subito a manifestare una particolare devozione alla
sua persona".
L'arcivescovo e cardinale Husar era nato nel 1933 a Leopoli,
dove ha trascorso gli anni dell'infanzia, per poi fuggire
insieme alla famiglia nel 1944, in seguito alle vicende
belliche, rifugiandosi a Salisburgo in Austria, dove ha
frequentato il ginnasio organizzato dagli emigranti ucraini. Nel
1949 si è trasferito negli Stati Uniti con i genitori e la
sorella maggiore, entrando nel seminario minore a Stamford nel
Connecticut, per concludere gli studi teologici a Washington
fino all'ordinazione sacerdotale celebrata nel 1958. Nel 1969 si
trasferì a Roma. E' entrato poi nel monastero degli Studiti
ucraini a Grottaferrata, alle portee di Roma, antico monastero
di rito bizantino. Fino alla scomparsa dell'Unione Sovietica, la
comunità dei monaci ucraini è rimasta in questo luogo custodendo
e diffondendo le tradizioni liturgiche, spirituali e culturali
degli "uniati", i cattolici di rito orientale. Nel 1985, dopo la
morte del cardinale Josyf Slipyj, anch'egli in esilio a Roma
nella cattedrale di Santa Sofia degli ucraini dopo quasi
vent'anni di lager staliniano, Husar divenne "Protosincello",
vicario generale dell'arcivescovo maggiore Myroslav Lubachivsky.
A lui poi Husar succedette dieci anni dopo, il 25 gennaio 2001.
L'arcivescovo-patriarca Husar ha retto la Chiesa in Ucraina
in una delle fasi più delicate, l'inizio degli anni Duemila.
Tutti lo ricordano come un uomo di profonda saggezza e capacità
di dialogo.
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