Sono oltre duecento e
arrivano da tutto il mondo i vescovi di nuova nomina che sono
arrivati in questi giorni per una settimana di formazione. Dalla
questione degli abusi alla gestione delle finanze, dal Sinodo al
Giubileo, i nuovi pastori della Chiesa cattolica vivono una full
immersion nella Curia romana. Domani incontreranno Papa
Francesco.
"E' come andare a scuola", racconta uno dei partecipanti,
monsignor Raimo Ramón Goyarrola Belda, vescovo di Helsinki dallo
scorso settembre. "E proprio come quando eravamo a scuola la
prima cosa importante non erano tanto le materie ma conoscere
nuovi amici. Lo scopo è la fratellanza perché ogni diocesi ha
una sua ricchezza".
Lo stage funziona come un vero e proprio corso di formazione,
con i suoi orari, dalle 7 di mattina alle 8 di sera. "E' una
ricchezza umana incredibile perché ciascuno porta qui la sua
testimonianza, chi vive un Paese povero, chi in un Paese in
guerra, chi ha problemi con i sacerdoti". E alla fine si impara
più "nei corridoi" che sui banchi di quello che questo giovane
vescovo chiama scherzosamente il "baby bishops workshop".
Nato a Bilbao, nei Paesi Baschi in Spagna, il 20 luglio del
1969, "lo stesso momento in cui Neil Armstrong metteva piede
sulla luna", formazione nell'Opus Dei, medico, si è trovato ad
essere sacerdote ad Helsinki. "Io mi sono innamorato della
Finlandia e quando ti innamori tutto è possibile", racconta
parlando di una Chiesa cattolica che conta solo 20mila fedeli in
tutto il Paese; lui è l'unico vescovo. "Siamo la Chiesa più
povera d'Europa", dice spiegando che in un Paese ricco questo
suona strano "ma dopo tanti anni cominciano a capirlo". "Noi non
abbiamo l'8 per mille e uno dei miei compiti principali è
cercare fondi per poter avere aule per il catechismo, residenze
per gli studenti. Sogno una scuola cattolica. Busso a tante
porte, grazie a Dio qualcuno le ha aperte".
Il vescovo parla anche della guerra che i finlandesi vivono
ai loro confini: "Prima della guerra il rapporto era buonissimo,
la Finlandia viveva di turismo russo. Tutto è cambiato".
Ma in mezzo a tante difficoltà c'è l'amicizia con le altre
confessioni cristiane, che sono maggioritarie in Finlandia, gli
ortodossi e i luterani. "Siano davvero amici, fratelli e
sorelle, ci lasciano usare le loro Chiese e siamo un esempio.
Anche in Vaticano parlano di 'finnish way' quando parlano di un
modello di ecumenismo che funziona".
Nel corso in Vaticano sta imparando a guardare oltre le
contingenze della sua Chiesa: "Noi siamo poverissimi, come
diocesi, ma ci sono vescovi che vivono in mezzo alla guerra,
altri che sono spiati dai loro Paesi, altri che vivono in terre
dove i cristiani sono perseguitati o in Paesi senza libertà.
Fare il vescovo non è facile ma c'è davvero tanta gente buona".
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