"Tutti i progetti più discutibili e
più negativi dal punto di vista ambientale hanno trovato spazio
nella versione 2024 di un Piano regionale dei trasporti che
insegue le esigenze corporative e campanilistiche e che non
manifesta la reale volontà di ricercare un sistema di mobilità
più sostenibile e più attento alle esigenze di tutela
ambientale". Così in una nota Rete civica, che "esprime un
giudizio negativo sulla bozza varata dalla giunta e invita
cittadini e associazioni a presentare osservazioni nel corso
della procedura di Vas".
Secondo Rete civica ci sono "profondi e preoccupanti
cambiamenti rispetto al testo precedente". Un primo elaborato -
sottolinea il movimento - era stato prodotto nel 2019 dalla
stessa società Tps di Perugia che ha redatto il piano adottato
nei giorni scorsi dalla giunta. Nel 2020 l'allora assessora ai
Trasporti Chiara Minelli lo aveva recuperato, ottenendo un
aggiornamento, e nei primi mesi del 2021 lo aveva "portato
all'esame dell'esecutivo per avviare la procedura di Valutazione
ambientale strategica, senza la quale il documento non poteva
essere approvato dal Consiglio. La giunta però, anche per
espressa volontà di esponenti della maggioranza, non aveva
voluto procedere e tutto si è di nuovo fermato per altri tre
anni".
Da un "primo sommario esame del documento" presentato ieri -
scrive Rete civica - "emergono in particolare: il raddoppio del
Tunnel del Monte Bianco, impostazione che fa a pugni con
l'esigenza di ridurre il transito di Tir attraverso la Valle
d'Aosta (fonte di traffico, pericolo e inquinamento) e che non
tiene conto della ferma opposizione dei Comuni della Valle di
Chamonix al raddoppio del Tmb; lo smantellamento della tratta
ferroviaria Aosta-Pré-Saint-Didier, contrariamente al testo del
2021 e in spregio alla legge regionale n. 22/2016, scaturita
dall'iniziativa popolare; una nuova galleria autostradale a due
canne tra Hône e Donnas; la realizzazione del collegamento
funiviario fra la Valle d'Ayas e il Breuil attraversando il
vallone di Cime Bianche, senza tener conto del divieto di
realizzare impianti a fune nelle aree protette Natura 2000; la
costruzione di un collegamento viario fra Brusson e
Gressoney-Saint-Jean attraverso il colle della Ranzola".
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