C'è anche il caso di una
operazione chirurgica eseguita su un dito sano anziché su quello
malato e quello della punta di trapano rimasta infissa nell'osso
femorale di un paziente sottoposto ad intervento, tra gli
episodi che la procuratrice della Corte dei conti dell'Umbria,
Antonietta Bussi, cita come "errori medici" nella sua relazione
in occasione della cerimonia di inaugurazione dell'anno
giudiziario.
"Per i danni erariali riconducibili alla materia della
sanità e della responsabilità medica - ha detto Bussi -, per
errori che si manifestano nel processo clinico assistenziale, si
conferma costante l'operato dell'Ufficio requirente, per i
complessi e variegati profili che il comparto presenta, in
ragione dell'elevato assorbimento di risorse pubbliche che
deriva dai risarcimenti liquidati alle vittime o ai loro eredi".
Tra le vicende di maggiore rilievo per le quali è stato
attivato giudizio o sono intervenute sentenze la procuratrice ha
citato il "risarcimento a carico dell'erario, di importo pari a
800 mila euro, per sinistro relativo a giovane paziente,
deceduta in ospedale per grave patologia, non adeguatamente
trattata nel corso di precedente ricovero, addebitabile, secondo
la prospettazione della procura, a titolo di colpa grave, ai
professionisti del reparto" dove era in cura e l'azione erariale
intentata nei confronti di un ginecologo, "per il cospicuo
risarcimento, pari a 1.066.858 euro, disposto da un'Unità
sanitaria locale, per le gravissime lesioni derivate a un
nascituro, a causa dell'omessa esecuzione di taglio cesareo".
Segnalato nella relazione anche il "pregiudizio arrecato
all'erario, pari a 1.467.198 euro, in conseguenza della rendita
costituita a favore di una dipendente interinale di uno
stabilimento militare, per le gravi lesioni derivate dallo
scoppio accidentale di una bomba, durante la fase di
confezionamento presso il Reparto competente".
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