Quattro arresti sono
stati eseguiti dai carabinieri al termine di un'indagine su chi
alimentava e gestiva alcune piazze di spaccio tra Spoleto e
Foligno. E' stata data così esecuzione a una ordinanza di
applicazione di misure cautelari emessa dal gip spoletino su
richiesta della locale Procura della Repubblica, diretta dal
procuratore capo Claudio Cicchella.
Sette complessivamente gli indagati ritenuti responsabili, a
vario titolo, di detenzione ai fini di spaccio e spaccio di
sostanze stupefacenti continuata e in concorso.
L'operazione condotta dai carabinieri della compagnia di
Spoleto oltre alla provincia di Perugia ha interessato anche in
quelle di Fermo, Frosinone e Siena con il supporto di militari
dei locali Comandi provinciali, del 16/o nucleo elicotteri di
Rieti e di quello cinofili di Pesaro.
Le indagini, avviate nel mese di aprile dello scorso anno e
protrattesi sino alla primavera del 2024, hanno consentito di
identificare soggetti di origine albanese e italiana, di età
compresa tra 19 e 44 anni, che - secondo gli investigatori -
alimentavano e gestivano alcune piazze di spaccio tra Spoleto e
Foligno.
In particolare dagli accertamenti è emerso che gli albanesi
dimoranti a Foligno, ora tutti in carcere, si approvvigionavano
di alcuni chili di cocaina al mese tramite un canale di
rifornimento che conduceva al litorale marchigiano e faceva
riferimento ad un referente del posto, loro connazionale,
anch'egli ora arrestato.
Oltre ai sequestri operati, sono stati monitorati "numerosi"
trasporti di partite di cocaina da parte di alcuni degli
indagati, ma anche "molti" episodi di detenzione e successiva
cessione della droga, per più chili di sostanza stupefacente che
immessa sul territorio avrebbe avuto un considerevole valore di
mercato.
Nel corso delle indagini i militari hanno rinvenuto,
occultato in un'area boschiva, un involucro contenente circa
450 grammi di cocaina, nonché 500 di marijuana che venduti al
dettaglio avrebbero fruttato circa 60 mila euro e ritenuti
riconducibile agli indagati.
Il gip di Spoleto, oltre agli arresti, ha disposto per due
indagati l'obbligo di dimora nel comune di residenza e per uno
il divieto di dimora in Umbria.
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