"Una società mista
pubblico-privata, in linea con la legge regionale ed il Decreto
Semplificazioni 2019, di cui potrebbero fare parte le
istituzioni del territorio e anche Ast-Arvedi, per partecipare
al bando e gestire dal 2029 il polo idroelettrico di Terni":
questa la proposta avanzata dal capogruppo del Movimento 5
Stelle in consiglio regionale, Thomas De Luca, per "garantire
alle imprese energivore del territorio, prezzi concorrenziali
rispetto ai consumi elettrici. Non solo resterebbero sul
territorio gli attuali canoni, ma i soci dividerebbero milioni
di euro di utili, proprio come fa oggi il privato".
Secondo De Luca, il modello è "già stato sperimentato con
successo in Trentino, con Dolomiti Energia. I famosi 10 milioni
di euro che la Regione Umbria riceve dai concessionari,
potrebbero diventare 50-60 milioni di euro l'anno, portando
benefici enormi per i Comuni e tutta la Regione con risorse che
potrebbero essere usate per la sanità e altre priorità". Perché
ciò si realizzi, "la Regione, attraverso una gara a doppio
oggetto, dovrà mettere sul mercato le quote del socio
imprenditore".
Thomas De Luca - che ha tenuto una conferenza stampa a Terni
- critica poi la maggioranza di centrodestra in Regione che
martedì, in Consiglio, ha respinto la sua proposta di
inserimento nell'ordine del giorno "di destinare la quota di
energia che deve essere ceduta gratuitamente dal concessionario
del polo idroelettrico, come prevede l'articolo 21 della legge
regionale approvata lo scorso anno, alle industrie energivore
del territorio. Parliamo di una quota che corrisponde a 55 GWh
annui, pari al 5% del fabbisogno dichiarato da Ast nel proprio
bilancio di sostenibilità. Una cifra che avrebbe dato una
risposta immediata alle criticità note, ma la proposta è stata
bocciata: è la dimostrazione di quanto la questione interessi
alla presidente Tesei e alla maggioranza".
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