Nella prima metà di quest'anno in
Toscana hanno cessato l'attività 304 aziende del settore moda,
più imprese che in tutto il 2023, di cui 182 solo del settore
pelletteria. E' quanto afferma Cna Federmoda Toscana, sulla base
dei dati Movimprese di Unioncamere: secondo l'associazione "la
crisi si aggrava sempre di più", per cui "la cassa integrazione
non basta più, sono necessarie nuove misure", e "soluzioni
rapide e straordinarie".
Nella sola area metropolitana di Firenze le iscrizioni al
registro delle imprese nel settore pelletteria relative al primo
semestre 2024 sono 2.358, mentre alla fine del 2023 erano 2.470,
con una diminuzione di 112 unita: in tutto il 2023 il saldo era
negativo per sole 20 unità. Secondo i dati di Ebret, inoltre, è
più che raddoppiata la media delle ore di cassa integrazione del
settore tessile in Toscana, che passano dalle 63.000 totali del
2023 alle circa 135.500 dei primi 6 mesi del 2024, dati ancora
più consistenti per il settore pelli, cuoio, calzatura dove si è
passati dalle media di 200mila ore di tutto il 2023 alle circa
400mila ore del primo semestre di quest'anno.
"Attendiamo con fiducia il tavolo della moda convocato dal
ministro Urso il 6 agosto - afferma Paolo Pernici, presidente di
Federmoda Toscana -. Auspichiamo misure straordinarie per
evitare le chiusure e una nuova progettualità per ripensare le
filiere della moda con un'ottica di lungo periodo, coinvolgendo
tutti gli attori interessati". Per Paolo Brogi, presidente del
mestiere pelletteria di Cna Toscana, "la tenuta della filiera
della pelletteria nella nostra regione è a rischio".
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