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In evidenza
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Anche se solo adesso ha deposto la
corona Alain Delon, indimenticabile re del cinema francese, se
l'era già sfilata nel 2017 con l'annunciato ritiro dalle scene:
"Ho l'età che ho - diceva-. Ho fatto la carriera che ho fatto.
Ora, voglio chiudere il cerchio. Organizzando incontri di boxe,
ho visto uomini che si sono pentiti di aver fatto un
combattimento di troppo. Per me, non ce ne sarà uno di troppo".
Ben più del peso degli anni e dell'orrore nel vedere allo
specchio la sua leggendaria bellezza sfiorita, a minare la sua
voglia di vivere c'era stato un ictus (destino condiviso col suo
eterno amico-rivale Jean-Paul Belmondo) e poi la diagnosi di un
linfoma lentamente insinuato nei polmoni. Da combattente
irriducibile il vecchio leone aveva ancora salito la scalinata
di Cannes nel 2019 per una Palma d'onore che risarciva l'unico
Prix César ottenuto in carriera. Poi si è piegato
definitivamente alla solitudine, una segreta compagna che in più
momenti della vita l'aveva accompagnato nel tunnel della
depressione. Alain Delon - la cui morte oggi è stata annunciata
dai figli - era nato l'8 novembre 1935 a Sceaux nell'Alta Senna,
aveva preso la cittadinanza svizzera negli anni '90, ma da molto
si era ritirato nella tenuta di Douchy (sulla Loira) dove ha
sepolto i suoi cani (ben 45) e ha preparato la cappella funebre
per sé e per le donne e i figli che vorranno ritrovarlo,
un'ultima volta.
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