Strepitoso Tadej Pogacar, che a Nizza vince anche l'ultima tappa del Tour de France, la cronometro individuale di 33,7 km, conquistando il sesto successo parziale e, ovviamente, anche quello nella classifica finale. Pogacar diiventa quindi il primo a vincere Giro e Tour nello stesso anno dal 1998, quando ci riuscì Marco Pantani, a oggi. Oggi lo sloveno batte anche il primato di Eddy Merckx avendo vinto, sempre fra Giro e Tour di quest'anno, 12 tappe. Il 'Cannibale' belga si era fermato a 11.
La vigilia:
"Sono cose dell'altro mondo", ha detto Tadej Pogacar dopo la quinta vittoria di tappa nell'edizione n.111 del Tour de France che sta dominando senza rivali. Più che altro è il suo mondo, quello dello squalo, quello da cui, al momento, tutti gli altri sono esclusi. Lo sloveno aveva fatto intendere alla vigilia della penultima tappa di volersi solo divertire, dato il più che consistente vantaggio in classifica. Ma quando si è presentata l'occasione, ha tolto la maschera del giocherellone per tornare a impersonare l'implacabile pigliatutto, passando sotto il traguardo al Col de Couillole mostrando orgoglioso la mano aperta, simbolo di una manita da sogno.
"Cinque vittorie, se qualcuno me lo avesse detto prima del Tour non ci avrei creduto. Sono cose di un altro mondo, sono davvero felice", ha detto a caldo il portacolori della Uae Emirates, che dovrà solo attendere la fine della crono di domani tra Monaco e Nizza per festeggiare il suo terzo trionfo alla Grande Boucle e la doppietta Giro-Tour che non è riuscita più a nessuno dopo Marco Pantani nel 1998. Alla vigilia del traguardo finale sulla Costa Azzurra - causa Olimpiadi per la prima volta la corsa non si concluderà a Parigi -, lo sloveno ha consolidato il suo vantaggio nella classifica generale, con 5'14'' sul danese Jonas Vingegaard e 8'04'' sul belga Remco Evenepoel.
Oggi Pogacar si è impegnato a tenere sotto controllo i suoi due rivali ma quando Evenepoel nell'ultima salita di una tappa breve ma durissima (4 gpm in circa 130 chilometri) ha tentato di attaccare per scalzare il danese dal secondo gradino del podio e questi a reagito allungando, lui gli si è accodato senza battere ciglio. Lo sloveno ha lasciato che Vingegaard dettasse il ritmo, senza dargli cambi, per raggiungere insieme gli ultimi due fuggitivi di giornata - l'ecuadoriano Richard Carapaz e lo spagnolo Enric Mas - ma nel finale con la sua solita accelerazione bruciante è scattato in avanti e ha guadagnato ben sette secondi in 200 metri. Vingegaard non se l'è presa più di tanto, "perchè - ha poi spiegato - oggi volevo guardarmi a Remco piuttosto che salire sul podio. È il miglior corridore a cronometro al mondo, quindi non si sa mai".
Poco dopo i due è arrivato Carapaz, quasi sicuro di poter indossare domani la maglia a pois di miglior scalatore, e un po' più staccato Evenepoel. Il belga è favorito per la crono di domani ma difficilmente, dati i quasi tre minuti di distacco, riuscirà a prendersi il secondo posto anche se potrà consolarsi con la maglia bianca di miglior giovane. Infine, anche l'eritreo Binim Girmay dovrà solo badare ad arrivare sano e salvo a Nizza per conquistare la maglia verde del vincitore della classifica a punti.
Il dominio di Pogacar ha tolto un bel po' di pepe alla crono finale, che gli organizzatori pensavano potesse essere decisiva per stabilire il vincitore assoluto. Sarà comunque una prova spettacolare quella sui quasi 34 chilometri del tracciato tra Monaco e Nizza, su strade che ben note a diversi protagonisti del Tour, che risiedono nel Principato. Poi molti si daranno un arrivederci a Parigi, per una nuova sfida a cinque cerchi che riaccenderà le rivalità e consentirà di prendere qualche rivincita.
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