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Al via in Messico una mostra sull'Italia preromana

Al via in Messico una mostra sull'Italia preromana

Inaugurazione al museo di Antropologia della capitale

CITTÀ DEL MESSICO, 11 luglio 2024, 15:50

Redazione ANSA

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Nell'ambito del progetto "Il racconto della bellezza" sarà inaugurata a Città del Messico venerdì 12 luglio alle ore 19 nel padiglione espositivo internazionale del Museo di Antropologia la mostra "Forme e colori dell'Italia preromana, Canosa di Puglia", un'iniziativa della direzione generale Musei del ministero della Cultura e del ministero degli Esteri, organizzata in terra azteca dall'Ambasciata d'Italia e dall'Istituto Italiano di Cultura.
    "Il racconto della bellezza" è un programma che mira a valorizzare e promuovere all'estero il patrimonio culturale del bel Paese conservato nei depositi dei musei e dei parchi archeologici statali.
    Alla cerimonia di apertura interverranno l'ambasciatore d'Italia in Messico, Alessandro Modiano, il direttore dell'Istituto Italiano di Cultura, Gianni Vinciguerra, la direttrice del Museo del Palacio de Bellas Artes, Alejandra de la Paz —a nome della ministra della Cultura Alejandra Frausto—, il direttore del Museo Nazionale di Antropologia, Antonio Saborit, il co-curatore della mostra, Luca Mercuri, e la storica dell'arte Elisabetta Scungio.
    La penisola italiana, prima dell'unificazione avvenuta sotto il dominio di Roma, era abitata da numerosi popoli, distinti dal punto di vista culturale. In Puglia dalla seconda metà del VII secolo a.C. convivevano i coloni greci che avevano fondato pochi decenni prima Taranto: i Messapi nel sud della regione, i Peucezi nel centro ed i Dauni nello parte più settentrionale.
    La mostra illustra i tratti peculiari della cultura dei Dauni, attraverso i materiali archeologici provenienti da uno dei centri principali della regione, l'area dell'odierna Canosa di Puglia. Qui tra il IV e il II secolo a.C. i cosiddetti "principes", personaggi al vertice delle élites locali, si facevano seppellire in tombe a camera familiari scavate nel tufo tenero locale, gli ipogei, con ricchissimi corredi funerari che rendevano manifesto alla comunità il loro status economico e culturale.
    I materiali selezionati per l'esposizione provengono in gran parte dai depositi dei Musei archeologici delle più importanti città della Puglia, Bari e Taranto, oltre che dalla stessa Canosa, dove è possibile ancora oggi visitare i siti in cui alcuni dei reperti esposti sono stati rinvenuti.
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

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