Dopo il Covid è cresciuto in Giappone
il numero dei lavoratori che si rivolgono ad agenzie ad hoc che
aiutano al prezzo di una cena costosa, circa 150 dollari, i
dipendenti timidi a dimettersi dal proprio posto di lavoro. Un
gesto, le dimissioni, che in Occidente ha un valore talvolta
liberatorio ma che nella cultura nipponica, verticistica e
votata al sacrificio, viene vissuto da alcuni molto
faticosamente.
Come racconta la Cnn in un servizio, le società aiutano a
licenziarsi senza stress. "Alcune persone vengono da noi dopo
che la loro lettera di dimissioni è stata strappata tre volte e
i datori di lavoro non li lasciano andare nemmeno quando si
inginocchiano a terra o si inchinano", racconta il titolare di
un'agenzia di dimissioni.
In Giappone chiedere di lasciare il lavoro in orario o
prendersi un po' di tempo libero può essere abbastanza
complicato. Ancora più complicato è presentare le dimissioni,
che possono essere viste come la massima forma di mancanza di
rispetto nella quarta economia più grande del mondo, dove i
lavoratori tradizionalmente restano con un datore di lavoro per
decenni, se non per tutta la vita. Nei casi più estremi, i capi
scontrosi strappano le lettere di dimissioni e molestano i
dipendenti per costringerli a restare.
Per questo dopo la pandemia e anni di lavoro da casa hanno
spinto persino alcuni dei lavoratori più fedeli del Giappone a
riflettere sul senso del proprio lavoro, il settore delle
agenzie ha avuto un boom.
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