Una nuova sala per Casa Dante, con
materiali presentati per la prima volta e che amplieranno la
narrazione del rapporto tra Ravenna e l'Alighieri: ne potranno
fruire dai primi mesi del 2024 i visitatori della Zona Dantesca.
Gli allestimenti del Museo e di Casa Dante hanno premiato gli
sforzi fatti dall'amministrazione comunale di Ravenna, in
collaborazione con la Regione Emilia-Romagna, per valorizzare la
Zona Dantesca e creare un percorso di visita che esplorasse e
documentasse i diversi aspetti del culto dantesco nei secoli.
Nel 2022, e ancor di più nel 2023, Museo e Casa Dante hanno
visto un notevole incremento di accessi: lo scorso anno i
visitatori sono stati 21.018, nei primi 11 mesi del 2023 sono
già 26.015.
L'interesse per la figura di Dante non è terminato con le
celebrazioni del VII centenario, ma è aumentato in particolare
tra i turisti dall'estero, anche grazie al lavoro di
valorizzazione condotto dalla Fondazione RavennAntica in
collaborazione con l'Istituzione Biblioteca Classense. Nella
nuova sala sarà possibile collocare in modo più razionale i
cimeli danteschi secondo un criterio cronologico che permette di
apprezzare meglio l'evolversi del culto dantesco e le sue
testimonianze nell'opera degli artisti. Sarà possibile esporre
reperti che non avevano finora trovato spazio: in particolare la
cassetta in piombo (1865) e il forziere (1944) che contenevano
le ossa del poeta, restaurati grazie ad un accordo con il
Dipartimento di Beni Culturali dell'Università di Bologna-Campus
di Ravenna e al lavoro di Florence Caillaud e delle sue allieve
e allievi. Verranno inoltre esposti due bassorilievi di Angelo
Biancini (1911-1988), autore anche del busto dantesco già in
mostra a Casa Dante, donati dalla famiglia dell'artista.
La nuova sala ospiterà pure le testimonianze contemporanee
del culto dantesco, il Dante pop, a dimostrazione di quanto la
sua figura ispiri ancora l'opera ed il pensiero di artisti e
comunicatori. E resteranno in mostra ancora per un anno le
quattro opere in prestito dalle Gallerie degli Uffizi, grazie al
rinnovo della convenzione tra le due istituzioni che ha portato
alla nascita del primo esempio di Uffizi Diffusi fuori dalla
Toscana.
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