ANTONIO MORESCO, CANTO DEL BUIO E DELLA LUCE (FELTRINELLI, PP. 592, EURO 29)
Canto del Buio e della Luce, uscito per Feltrinelli, nella collana Narratori, è un romanzo fluviale, opera sperimentale, puntellata di fiaba filosofica, scienza, teologia, cronaca; coniuga narrativa fantascientifica e saggistica e sfugge a ogni genere letterario.
La storia prende inizio da un evento spaventoso: il mondo, all'improvviso, si spegne, divorato dalle tenebre. È qualcosa di inatteso e terrificante: "Gli umani facevano sempre più fatica a riconoscere le cose sul filo dell'orizzonte. Le città a poco a poco sparivano, i contorni svanivano, il cielo e la terra si confondevano, era sempre più difficile distinguere la notte dal giorno". La causa del fenomeno resta ignota, qualcuno si domanda: "Che si stia spegnendo il Sole?", però c'è chi controbatte: "Ma non si doveva spegnere tra alcuni miliardi di anni?". Il lettore è catapultato in un'atmosfera surreale che riporta alla memoria gli scenari dell'apocalittico La Strada di McCarthy. Antonio Moresco, classe '47, autore contemporaneo fra i più originali, riempie i capitoli di personaggi reali, fra cui il regista Damiano D'Innocenzo che spiega la relazione tra cinema e luce; ma si materializzano anche Putin e Papa Francesco. Il Putin creato dalla penna di Moresco abita in un luogo segreto e si sposta "in ascensori simili a capsule spaziali verticali" o "in contenitori metallici orizzontali che viaggiano come bolidi nelle gallerie buie". Papa Francesco, invece, è rappresentato mentre si aggira meditabondo tra le sale del Vaticano e riflette su quanto sia difficile fare il pontefice, nel momento in cui l'oscurità avvolge il pianeta, l'immaginario Bergoglio si lamenta della Chiesa in un soliloquio: "Qui dentro succedono delle cose spaventose, è un covo di vipere, tutti tramano, la Chiesa di Cristo è diventata una spaventosa macchina di menzogna e delirio".
Canto del Buio e della Luce è un testo enciclopedico, espressione di una letteratura vasta e radicale che si alimenta di sperimentazione e mescolanza. "Inconsulto" è l'aggettivo con cui Moresco definisce questo suo lavoro. L'opera è suddivisa in tre parti: istruttiva, sacrificale e abissale, le prime due "rispecchiano le divisioni dell'Ordinario della messa in latino del Messale Romano - che ho servito tutte le mattine, per anni, quando ero in seminario", fa sapere Moresco.
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