REINHOLD MESSNER, LA MIA VITA CONTROVENTO (CORBACCIO, PP 233, EURO 22). Non fa sconti a nessuno, neppure a se stesso, ma riconosce che è proprio da tutti gli ostacoli che ha dovuto affrontare nella vita che ha tratto e trae la forza e la costanza di andare sempre avanti, la leggenda dell'alpinismo Reinhold Messner. Nato a Bressanone il 17 settembre 1944, per i suoi 80 anni ha scritto l'autobiografia 'La mia vita controvento', in libreria il 3 settembre per Corbaccio. Perché è "il vento contrario che ti fa crescere le ali" dice Messner.
Che siano le tempeste del Polo Sud o il ghiaccio della Groenlandia, le arrampicate da solo su strette creste oppure sulle pareti sommitali più ripide è l'andare controvento la costante della sua vita in cui non sono mancate le critiche, spesso feroci, che hanno accompagnato le sue imprese.
Il grande scalatore e alpinista, il primo ad aver salito tutti i quattordici Ottomila e ad aver salito l'Everest in solitaria e senza ossigeno, uomo di forte passione politica e ambientalista, nell'autobiografia ricostruisce la sua visione del mondo, ripercorrendo le azioni che ha compiuto ma anche le reazioni che ha suscitato. Anche in quelli che hanno cercato di mettere a tacere le sue verità, che lo hanno accusato di aver sacrificato la vita degli altri alla sua ambizione, o di chi ha criticato il suo anticonformismo.
"In una scalata difficile, è fondamentale riuscire a superare un metro dopo l'altro. Se riesco a farlo ancora e ancora, alla fine raggiungerò la vetta. Tuttavia, visualizzare in anticipo l'intero percorso di salita con tutte le difficoltà è ciò che permette di avere una visione d'insieme. Solo quando si raggiungono i punti chiave si riconoscono le vere difficoltà: proprio come nella vita" dice Messner. "Padroneggiare le singole difficoltà e avere una visione d'insieme fa parte dell'arte di trovare la propria strada nella vita" spiega l'alpinista che vive a Merano e al Castel Juval in Val Venosta, dirige un'azienda agricola e i Messner Mountain Museum.
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