Kung fu Paola, lo so lo so" scherza Cortellesi mentre sulle immagini in bianco e nero della corsa che fa Delia per andare al suo primo voto elettorale scorrono i titoli cinesi. Fa effetto vedere il suo nome, quello di Valerio Mastandrea, di Romana Maggiora Vergano, di Emanuela Fanelli con ideogrammi e caratteri cinesi, c'è da strabuzzare gli occhi: sogno o son desto? C'è ancora domani è uscito l'8 marzo in Cina, dopo l'anteprima al festival del cinema italiano di Shanghai diretto da Marco Muller, il giorno dopo è stato oggetto di una masterclass da 1300 posti di fronte ad una platea di sole donne e poi a Pechino l'anteprima in sette proiezioni nel gigantesco Grand Theatre con saluti in sala e domande e risposte dal pubblico. Nei primi due giorni ha avuto 450mila biglietti d'ingresso, con 28mila 256 proiezioni.
Cortellesi, che è ancora in tour in Cina, è protagonista di un incredibile fenomeno con persone che ne aspettano l'arrivo di sera in stazione o la rincorrono in aeroporto per farle firmare le locandine. Un successo così importante in Cina per un film italiano non si vedeva da tempo, da Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese. Del resto come quel film che aveva avuto l'intuizione in commedia di raccontare le nuove relazioni ai tempi del telefonino anche questo esordio di Cortellesi dietro il velo del bianco e nero e del racconto storico del suffragio universale in Italia nel lontano 1946 sembra parlare al tempo di oggi, un linguaggio contemporaneo sulla condizione femminile e un invito a non mollare sul piano delle lotte e dei diritti. Stringiamo le schede come biglietti d'amore, è un messaggio per le ragazze di oggi.
In Italia il film premiato dal pubblico, come dimostrano 37 milioni di euro d'incasso, decine e decine di interventi sul tema, è legato alla nostra storia, ma fuori del paese come si spiega? I dati di Vision sono esplicativi: C'è ancora domani prodotto da Wildside e Vision, è stato venduto in 126 paesi (anche questo un record), accolto con favore nel mondo specie proprio in quei contesti in cui la tematica dei diritti femminili è di grande attualità. È proprio il caso della Cina: sono state due donne a volere il film e a volerlo distribuire con Man Mok sapendo che sarebbe stato capito per il particolare momento storico di grande sensibilità sulle conquiste femminili.
Insomma la storia di Delia. picchiata e succube del marito, oltre che del suocero, e capace di reagire è arrivata nel momento giusto. Il cuore del film, le donne si salvano da sole, è dietro la patina antica più contemporaneo che mai ed è facile riconoscersi in una vicenda che forse ingenuamente pensavamo fosse comprensibile solo in Italia. La risposta in Cina è oltre le aspettative, con un gradimento (dall'autorevole sito di recensioni douban) che è arrivato al 9.4 e che sta generando il tam tam delle grandi occasioni con poster, trailer, gadget dalla maglietta alla birra, neanche fosse un blockbuster americano. Un tappeto di rose lungo una scala mobile ha accolto Cortellesi a Pechino per questo film dei record, amato dal pubblico e premiato nei festival.
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