"Se ci rivolgiamo a
Cimabue come ad un artista geniale, uno dei più grandi della
storia dell'arte, ci accorgiamo che incarna il processo di
passaggio da un'astrazione, venuta dal mondo orientale, alla
pittura naturalistica": a racchiudere in poche parole la
straordinaria importanza nella storia dell'arte di Cenni di Pepe
- meglio conosciuto come Cimabue - è Thomas Bohl, conservatore
del dipartimento di Pittura del Museo del Louvre e curatore
della mostra Revoir Cimabue, Aux origines de la peinture
italienne.
È dedicata proprio a uno dei maggiori pittori che hanno
affrescato la Basilica di San Francesco in Assisi la sezione
Arte del numero di marzo della rivista San Francesco patrono
d'Italia, uscita oggi.
Fino al 12 maggio 2025 il museo parigino ospiterà una mostra
che raccoglie oltre 40 opere messe in dialogo con la Maestà e La
Derisione di Cristo, entrambe sottoposte ad un importante
restauro terminato alla fine del 2024. La mostra vuole mettere
in luce l'eccezionale novità dello stile di Cimabue e la
straordinaria inventiva con cui rinnovò la pittura, tracciando
il racconto affascinante di un nuovo inizio. Senza dimenticare
il forte legame che lega il pittore di Firenze con Assisi e i
francescani.
"Ciò che vorremmo dimostrare con questa esposizione -
sottolinea Thomas Bohl - è che l'importanza di Cimabue è molto
di più di essere il 'padre di Giotto', come viene definito.
Invece è stato veramente l'inventore di una pittura nuova e le
sue opere meritano uno sguardo acuto, uno sguardo curioso.
Probabilmente è stato un po' dimenticato dalla storia dell'arte
e dall'immaginario collettivo del grande pubblico".
La Giornata internazionale della donna dell'8 marzo è stata
inoltre l'occasione per dedicare una riflessione sul ruolo delle
donne nella società e nella Chiesa, grazie al contributo della
teologa e docente Cristina Simonelli.
A partire da questo numero della rivista ha inizio la rubrica
dal titolo "Accadde 100 anni fa": come nel 1922 la rivista
nacque per accompagnare i lettori fino al settimo Centenario
della morte di san Francesco, così, mese per mese, si racconterà
quello che accadeva nel 1925, fino ad arrivare al 1926 e,
dunque, al 2026, anno dell'ottocentesimo anniversario della
morte di san Francesco. Nel primo numero della rubrica si
racconta l'inizio della "medievalizzazione" della città di
Assisi in vista della grande ricorrenza del 1926.
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