Un archetipo contemporaneo, un mito
moderno,
un emblema da sempre fonte di ispirazione per il mondo
femminile, personificazione di donna protagonista mai ancillare,
anzi. Fedele ma scaltra, matrona dalla personalità sfaccettata
che trasforma le sue doti muliebri in armi da difesa, se non di
attacco.
Da quando è stata creata nell'VIII secolo avanti cristo dal
genio omerico la figura di Penelope è stata fonte di ispirazione
per studiosi ed artisti: ora è il Parco Archeologico del
Colosseo che le dedica una mostra che, attraverso una
cinquantina di opere, ripercorre un mito che, sottolinea da
direttrice del Parco, Alfonsina Russo, "resiste da secoli",
attraverso celebrazioni letterarie e visive i questa donna
"protagonista del proprio destino".
L'esposizione, che si snoda tra gli spazi delle Uccellerie
Farnesiane e del Tempio di Romolo nella zona archeologica, mette
in mostra alcuni marmi, come l'altorilievo di una Penelope
dolente di età imperiale (proveniente dalla Vigna di san
Sebastiano sulla via Appia), alla Coppa di Nestore uno
straordinario, anche se in origine modesto, oggetto: un vaso del
730 avanti cristo, ritrovato una settantina di anni fa ad Ischia
che ha incisi alcuni versi dell'Odissea, a testimonianza di
quanto il poema omerico fosse da subito già molto diffuso nel
Mediterraneo. Ci sono alcuni affreschi provenienti da Pompei e
c'è un omaggio a Maria Lai (in collaborazione con l'Archivio e
la Fondazione Maria Lai), l'artista sarda che ha realizzato nel
corso della sua carriera numerosi libri di stoffa, esplorando il
legame tra l'inchiostro e il filo, il rapporto tra tessitura e
scrittura: una moderna Penelope, insomma, che incarna il suo
motto "essere è tessere" .
Curata da Alessandra Sarchi e Claudio Franzoni, con
l'organizzazione di Electa, alla mostra, aperta da domani al 12
gennaio 2025, si affiancherà anche un programma di incontri:
Esistere come donna. Dialoghi e lezioni su donne, artiste,
battaglie e archetipi femminili ideato e realizzato da Electa
con la Fondazione Fondamenta e con Alessandra Sarchi e Claudio
Franzoni. Gli incontri si terranno nel Foro Romano presso la
Curia Iulia, fino al 14 dicembre.
Il primo incontro sarà sabato 21 settembre (alle 11.30) e sarà
un reading (Dell'amare, del cucire) con Isabella Ragonese. Il
ciclo di incontri beneficerà, tra gli altri, anche di un
intervento video di Margaret Atwood.
Alla mostra si accompagna il catalogo pubblicato da Electa,
che riedita anche nella collana Pesci Rossi Le ragioni dell'arte
(2002), dialoghi tra Giuseppina Cuccu e Maria Lai.
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