'Il Cinquecento a Ferrara.
Mazzolino, Ortolano, Garofalo, Dosso' è il tema della mostra in
programma dal 12 ottobre al 16 febbraio al Palazzo dei Diamanti
di Ferrara. L'esposizione costituisce la seconda tappa di una
più ampia e ambiziosa indagine del tessuto culturale e artistico
intitolata 'Rinascimento a Ferrara 1471-1598 da Borso ad Alfonso
II d'Este' - vale a dire la stagione compresa tra l'elevazione
della città a ducato e il suo passaggio dalla dinastia estense
al diretto controllo dello Stato Pontificio - e racconta le
vicende della pittura del primo Cinquecento, dagli anni del
passaggio di consegne da Ercole I d'Este al figlio Alfonso
(1505), fino alla scomparsa di quest'ultimo (1534), committente
raffinato e di grandi ambizioni, capace di rinnovare gli spazi
privati della corte come quelli pubblici della città.
La scomparsa della generazione di Cosmè Tura, Francesco del
Cossa ed Ercole de' Roberti aveva lasciato Ferrara alle prese
con la difficile sfida di un ricambio artistico di alto livello.
Nel 1496 la scelta di ingaggiare Boccaccio Boccaccino indica la
volontà di adottare un linguaggio più moderno, addolcito e
morbido. All'inizio del nuovo secolo si sviluppa così una nuova
scuola, meno endemica e più aperta agli scambi con altri centri,
che ha come protagonisti Ludovico Mazzolino, Giovan Battista
Benvenuti detto Ortolano, Benvenuto Tisi detto Garofalo e
Giovanni Luteri detto Dosso. Mentre Garofalo e Dosso sono noti
al pubblico, e il loro percorso è stato approfondito in maniera
organica in diverse occasioni, per Mazzolino e Ortolano si
tratta di un debutto assoluto e necessario per illustrare
compiutamente e comprendere meglio il variegato panorama della
pittura ferrarese dei primi decenni del XVI secolo.
La mostra accompagnerà il visitatore attraverso una stagione
incredibilmente ricca, dove l'antico e il moderno, il sacro e il
profano, la storia e la fiaba si fondono in un mondo figurativo
che può definirsi, in una parola, ferrarese.
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