La Gioconda di Leonardo da Vinci in
due millimetri o il Cherubino dell'Università di Pisa in appena
mezzo millimetro. Sono micro "prove di maestria" per testare un
nuovo prototipo di stampante ad alta risoluzione dell'Ateneo
pisano destinato a fabbricare microdispositivi elettronici su
supporti bidimensionali come la carta. Lo strumento, spiega una
nota dell'Università, "è infatti in grado di realizzare stampe a
risoluzioni submicrometriche, superando i limiti dei dispositivi
attualmente in commercio".
"Questa miniaturizzazione costituisce un ulteriore passo
avanti - osserva la ricercatrice Elisabetta Dimaggio - perché il
futuro è nell'elettronica flessibile e indossabile, nella
creazione di sistemi alternativi rispetto a quelli classici
basati su silicio che possano adattarsi a diverse superfici per
portare l'elettronica ovunque, proprio lì dove serve. In questo
scenario, uno dei campi di applicazione più promettenti è quello
biomedicale con apparecchi indossabili e capaci di registrare i
parametri vitali senza dover necessariamente far ricorso a
sistemi ingombranti o invasivi". Dal punto di vista tecnico la
stampante realizzata è estremamente versatile e integra due
diverse tecniche di deposizione additiva di materiali (Inkjet e
Dip pen nanolithography) e una tecnica sottrattiva, (Scratching
lithography). Le diverse modalità possono essere eseguite in
sequenza senza dover mai rimuovere il campione dalla stampante,
fattore che riduce il rischio di danneggiamento dei substrati e
dei materiali.
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