Residenze intese anche come modo
di "abitare" e vedere il mondo. residenze come spazi di
coabitazione responsabile: per la realtà emergente delle
residenze artistiche, nate dal basso grazie alla sinergia tra
operatori, professionisti e artisti e poi riconosciute dal
ministero dieci anni fa, c'è ancora tutto un futuro da
costruire, con gli operatori culturali visti come agenti di
cambiamento in grado di sperimentare modelli alternativi di
pratiche artistiche.
"Le residenze del futuro / Il futuro delle residenze" è stato
il titolo della due giorni che si è tenuta martedì 10 e
mercoledì 11 settembre all'Auditorium di San Francesco al Prato
di Perugia. Il capoluogo umbro ha fatto quindi da scenario per
una ampia riflessione sulle residenze artistiche, considerate
elemento di novità e innovazione nel sistema italiano dello
spettacolo dal vivo.
L'evento è stato organizzato dal ministero della Cultura -
direzione generale Spettacolo, dalla Regione Umbria, in
collaborazione con Cura-Centro umbro di residenze artistiche e
Home/Dance Gallery.
Dal 2018 Cura (composto da La Mama Umbria, International di
Spoleto, Gestioni cinematografiche e teatrali/Zut! di Foligno,
Indisciplinarte srl di Terni, Centro Teatrale Umbro di Gubbio e
Micro Teatro Terra Marique di Perugia) insieme a Home -
Residenza di danza per artisti nei territori (realizzato da
Dance Gallery di Perugia) sono i due progetti di residenza
artistica riconosciuti da Mic e Regione Umbria nell'ambito del
progetto di residenza per lo spettacolo dal vivo.
L'iniziativa è stata l'occasione per avviare un confronto tra
tutte le residenze artistiche italiane (43 quelle riconosciute)
che si è aperto anche ai contributi di altri interlocutori del
sistema spettacolo, agli artisti, alle istituzioni, agli
studiosi, ai critici e ai cittadini, col supporto di Fondazione
Fitzcarraldo e per discutere del presente e del futuro dei
luoghi di creazione artistica.
Tra i tanti interventi, anche quello di Paola Macchi,
direttrice amministrativa e dell'organizzazione generale del
Festival dei Due Mondi, che ha evidenziato l'importanza di fare
sistema in ambito culturale. "Il bando Bottom Up - ha detto
Macchi - riveste un ruolo importante perché mette in relazione
diversi promotori e istituzioni culturali del territorio, dai
centri di residenza e di produzione, ai festival e ai teatri.
Lavorare in rete è essenziale per promuovere i processi
artistici e produttivi, fornendo un supporto concreto agli
artisti emergenti, ciascuno secondo la propria specificità. Il
prossimo passo sarà quello di organizzare un tavolo più ampio
per portare all'attenzione anche di altri operatori le migliori
esperienze artistiche, dare maggiore visibilità e supporto ai
giovani talenti e far sì che le loro creazioni entrino nel
sistema dello spettacolo dal vivo".
Durante gli incontri si sono accesi focus, oltre che sulla
realtà umbra, anche per i casi dei centri di residenza della
Toscana e del Friuli-Venezia Giulia.
Le riflessioni di chiusura sono state riservate agli
"osservatori", un gruppo eterogeneo di studiosi, critici,
curatori, artisti e spettatori, appositamente convocato per
partecipare attivamente a tutti i momenti di approfondimento dei
tavoli di lavoro.
Per Carmelina Miranda della direzione generale Spettacolo del
ministero, "le residenze non sono più a margine dello spettacolo
dal vivo ma sono una componente sempre più importante, sono una
struttura ormai acquisita che sta accanto al settore dello
spettacolo dal vivo e non più a latere".
Anche per la referente della Conferenza Stato Regioni,
Graziella Gattulli, il modello delle residenze in questi primi
dieci anni ha funzionato bene. "Il nodo fondamentale sarà ora
quello di schiodare il rapporto con gli altri attori del settore
dello spettacolo. La residenza è un momento di ricerca ma poi lo
spettacolo deve andare in scena e per farlo ci vuole un pubblico
e quindi c'è bisogno di qualcuno del settore che supporti il
tutto".
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