Perché mai abbiamo visto così
poco Maurizio Lombardi? Tanto talento, ma troppo pochi
riconoscimenti a parte il Nastro d'Argento come miglior attore
di commedia per Romeo è Giulietta che riceverà meritatamente
stasera al Teatro Antico di Taormina.
Fisico importante e faccia Decò, perfetta per una Bugatti Type
59 Sport, naturale dandismo ed eleganza e capacità anche di
essere il peggiore dei cattivi, quelli a cui non manca la
raffinatezza.
Nato a Firenze il 17 novembre 1973 l'attore toscano lo abbiamo
visto nei panni del cardinale omosessuale Mario Assente, nella
serie The Young Pope e The New Pope di Paolo Sorrentino (per cui
ha ricevuto i complimenti di Martin Scorsese), nella prima
puntata della miniserie televisiva Il nome della rosa, tratto
dall'omonimo libro di Umberto Eco, è poi il Tonno nel film
Pinocchio (2019) di Matteo Garrone. E ancora è il luciferino
ispettore di polizia Pietro Ravini nella serie Ripley ideata da
Steven Zaillian.
Cosa pensa della sua faccia? "Che sia davvero particolare -
dice l'attore all'ANSA - e che deve essere perciò contenuta in
una storia adatta. Ora bisogna domandarsi se un certo cinema
italiano è in grado di contenere un viso un po' da straniero
come il mio. Insomma ci vuole la storia giusta".
In cosa è impegnato in questo momento? "Ho fatto una casa di
produzione, Velvet 9, con la quale abbiamo prodotto un nuovo
spettacolo, Ho visto cose, e con cui stiamo finendo di
terminare un corto, Marcello, il mio esordio alla regia.
Marcello - aggiunge - è una dedica al cinema con il racconto di
un ragazzo che scappa dopo aver fatto qualcosa che non doveva e
si rifugia a Cinecittà dove viene travolto da una troupe
cinematografica e scopre così il cinema".
Attore di riferimento? "Sicuramente Dustin Hoffman. È un artista
che praticamente ha fatto tutti i ruoli possibili anche se è
piccolo, basso".
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