Altra tappa di una lunga vertenza
che dura ormai da tre anni. Oggi un gruppo di lavoratori della
Portovesme srl e i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil si sono
ritrovati davanti al palazzo del Consiglio regionale a Cagliari
per un presidio e chiedere alla politica regionale e nazionale
un'azione compatta per salvare il futuro di circa 1200 operai
tra diretti e indiretti della fabbrica di zinco del Sulcis, una
produzione strategica per l'intero Paese.
"Il 24 è prevista la riunione a Roma col Mimit e chiediamo un
sostegno importante perché la linea zinco non si deve fermare,
perché gli impegni erano altri - osserva Emanuele Madeddu della
Filctem Cgil - Glencore non sta rispettando un impegno basilare
che era quello di garantire la linea zinco fino a quando non
sarebbe stato ultimato il progetto di fattibilità sul litio. Non
sono in gioco soltanto 1200 posti di lavoro ma stiamo decidendo
se in Sardegna ci deve essere ancora un tessuto industriale su
materie importanti come queste - puntualizza - La chiusura della
linea piombo e zinco significherà che in Italia non si faranno
più queste produzioni e quindi un indebolimento importante del
sistema produttivo in un momento storico dove l'Europa dice che
bisogna essere autosufficienti per esempio rispetto agli altri
Continenti".
Secondo Vincenzo Lai della Femca Cisl "la politica nazionale
e regionale devono fare in modo che questa vertenza venga chiusa
con gli impianti in marcia. Una volta per tutte, Glencore deve
tornare indietro con il provvedimento che ha annunciato. A quel
punto potremo fare tutti i ragionamenti del caso affinché i
nuovi investimenti vengano presi in esame - rimarca - Ci
aspettiamo anche dalla politica nazionale che inchiodi questa
multinazionale alle sue responsabilità, visto che sino ad oggi
non ha mantenuto gli impegni e ancora una volta ha dimostrato di
essere inaffidabile".
"La Portovesme srl è di fatto l'unico sito industriale che
oggi è rimasto in piedi dopo la dismissione delle altre
fabbriche - ricorda Renato Tocco della Uilm - Noi stiamo
chiedendo alla politica che quel sito industriale rimanga in
piedi. Lo zinco è stato dichiarato dal governo strategico e
credo che questo stabilimento debba continuare a produrre zinco
e la politica deve essere compatta e non può permettere alle
multinazionali di prendere soldi e, nel momento che magari i
guadagni sono inferiori, di decidere di andarsene via altrove".
Il presidente Comandini, 'difenderemo lavoratori'
"La politica cercherà di difendere in qualsiasi sede il lavoro e i lavoratori della Glencore perché è un sito così importante e strategico non solo per la Sardegna ma anche per il Paese. E non può essere lasciato nelle mani di una multinazionale che intende dall'oggi al domani abbandonare i lavoratori e le produzioni". Lo ha detto all'ANSA il presidente del Consiglio regionale della Sardegna, Piero Comandini che ha espresso la solidarietà ai lavoratori e sindacati della Portovesme srl in sit-in davanti al palazzo dell'Assemblea sarda. "Noi quindi metteremo in campo tutti i passi possibili col governo nazionale per far sì che la Glencore continui a mantenere i posti di lavoro e le produzioni in Sardegna garantendo tutte quelle infrastrutture necessarie e sistemi necessari perché non si perda neanche un posto di lavoro diretto e indiretto", ha aggiunto poco prima di incontrare, con tutti i capigruppo di maggioranza e opposizione, una delegazione sindacale. Da questo confronto, probabilmente, arriverà un documento - mozione o ordine del giorno - che sarà presentato in Aula.
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