MILANO - Alle porte di Milano c'è un ettaro e mezzo di terreno coltivato da persone con disabilità intellettiva che vengono formate nella cura del verde. Si tratta del Giardino di Fondazione La Comune, a Cornaredo, dove ragazzi e ragazze si cimentano anche nella produzione all'ingrosso di fiori che vengono poi rivenduti nei due negozi della fondazione in città.
Qui i giovani, che arrivano senza esperienza pregressa, lavorano in serra, imparano a conoscere ogni tipo di coltura e a districarsi nei canali di irrigazione, accompagnati da giardinieri, educatori e da un disability manager. Il progetto, sostenuto da Regione Lombardia e Comune di Milano e finanziato con i fondi europei, prevede anche una formazione orientata all'acquisizione di alcune soft skills di base su come si lavora in squadra o ci si comporta in determinati contesti di lavoro. Una volta terminato il periodo in giardino, c'è la possibilità di attivare tirocini, di essere assunti o di lavorare su specifiche commesse.
"Il processo di inserimento lavorativo è lungo ma non così complesso come si può pensare - spiega Valentina Mari, Disability Manager di Fondazione La Comune -. La Fondazione oggi ha 5 persone assunte con disabilità intellettiva, due assunte direttamente da noi, 3 con la collaborazione delle aziende attraverso le commesse in articolo 14, una formula particolare che permette all'azienda di richiederci una commessa di lavoro. In virtù di tale commessa noi assumiamo la persona con disabilità dedicata a svolgere il compito". Il compito di Valentina è quello di monitorare la crescita delle persone con disabilità e aiutarle nell'inserimento lavorativo. Il percorso è completo e si compone di vari aspetti. Dopo aver sperimentato sul campo le tecniche di coltura e di produzione di fiori, insalate, patate o pomodori, i ragazzi - specie quelli più portati nelle relazioni - possono lavorare anche nei negozi presenti a Milano dove imparano anche a stare a contatto con il pubblico. "Il verde è stato scelto perché ha un valore educativo molto forte e un ritorno immediato - aggiunge Valentina Mari -. Se ci si prende cura della pianta, la pianta vive, sennò muore. E questa è un'esigenza immediata e una responsabilità anche per una persona con disabilità intellettiva. Dal suo lavoro dipende la vita di un fiore".
Il giardino è frequentato mediamente da una ventina di persone tra giovani ed educatori. Maria, una delle ragazze in formazione, ha la passione per il Tagete, un fiore arancione e profumato: "Quest'anno - racconta Maria - purtroppo non è uscito, ma ci riproveremo. Mi piace molto anche il girasole. Mi trovo bene, anche se è faticoso. Qui diamo una seconda possibilità ai fiori". "Non solo ai fiori - aggiunge Ruslan, anche lui in formazione - diamo una seconda possibilità anche a ragazzi e ragazze, quella di poter trovare un lavoro e essere retribuiti come le altre persone che lavorano in questo ambito".
Ruslan ha già molta dimestichezza con le piante e segue con attenzione la crescita dei fagiolini e delle insalate, con un occhio di riguardo per il peperoncino, visto che è un amante del piccante: "È una passione che ho dalle elementari - conclude -.
Stare al computer, come ho fatto precedentemente in un altro lavoro in centro a Milano, non mi piaceva. Preferisco lavorare la terra".
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