(di Luciano Fioramonti)
''E' una musica che parla più
direttamente alle persone per la durata e le dimensioni. Un
concerto di Vivaldi dura dieci minuti. Brucia in fretta, quello
che ha da dire lo dice velocemente e a un aspetto ritmico molto
marcato. Nella nostra epoca sono elementi che parlano anche ai
giovani''. Giovanni Antonini, flautista e direttore d'orchestra
specialista del genere, spiega così perchè la musica barocca
piace.
A che cosa si deve questo successo? ''Si è seminato bene - dice
all' ANSA - e il livello e la qualità delle proposte sono molto
cresciuti negli ultimi anni. Ci sono diversi tipi di musica
barocca. Anche il recupero degli strumenti antichi rimanda a
qualcosa di più umano, naturale e diretto, così come il suono
con una certa sua fragilità è qualcosa che arriva più
direttamente, tocca corde più umane che affascinano''.
E poi c' è il linguaggio armonico. ''Pensiamo a quanto la
musica pop, i gruppi folk e rock hanno attinto a piene mani in
questo repertorio. E' qualcosa che è radicato nella nostra
cultura, è dentro di noi''.
Forzando la mano si potrebbe dire che la musica barocca è rock?
''In parte sì. Non ha l' aura di serietà e pesantezza anche
formale della classica, è più sdrammatizzata e gioiosa.
Monteverdi ha scritto non solo grandi opere sacre ma anche
quelle che noi chiamiamo canzoni, di altissimo livello ma
canzoni. Quindi c' è una linea che raggiunge più facilmente quel
pubblico spaventato invece dalla serietà del grande direttore''.
In tempi più recenti anche il successo straordinario di
controtenori italiani come Raffaele Pe e Carlo Vistoli,
acclamati dal pubblico in patria e all'estero e premiati dalla
critica musicale, ha contribuito ad accendere l' attenzione del
pubblico, in particolare quello giovane, verso la musica barocca
e i suoi campioni. ''Oggi i controtenori sono le nuove star del
momento. E' un fenomeno interessante che in qualche modo si
ricollega al rock… un uomo che canta con la voce di donna, c' è
una certa ambiguità, se pensiamo alle rockstar come Prince c' è
qualcosa che unisce aspetti maschili e femminili. I castrati
erano un fenomeno incredibile, una finzione affascinante ma
drammatica''.
A confermare il momento felice è il pullulare di
appuntamenti con artisti, ensemble e orchestre che propongono
capolavori e composizioni poco conosciute di musica antica nelle
stagioni delle istituzioni musicali così come nella miriade di
festival che anche quest' anno hanno movimentato l' estate
italiana. E' solo una moda o è davvero una passione reale in
crescita? ''Direi che è un' onda molto lunga cominciata in
Italia nella metà degli anni 80, all' estero prima. In fondo
anch' io sono un po' il frutto di questo interesse verso la
musica barocca. Ho cominciato quando si muovevano anche gruppi
diventati famosi, tra l' entusiasmo verso di fare in modo
diverso questa musica in parte conosciuta''.
Il direttore d' orchestra milanese nei giorni scorsi è stato
protagonista della inaugurazione dello Stresa Festival
accostando due sinfonie di Haydn a due concerti di Vivaldi alla
guida del Giardino Armonico, da lui fondato nel 1985 e
considerato tra le formazioni di spicco di musica barocca
eseguita con strumenti d' epoca. Dal 2014 Giovanni Antonini è
impegnato nel progetto titanico di registrare con il suo
ensemble e con l' Orchestra da Camera di Basilea l' integrale
delle 107 sinfonie di Franz Joseph Haydn entro il 2032, quando
si celebrerà i 300 anni della nascita del compositore austriaco.
''Siamo a metà dell' opera - dice -. Questo lungo confronto mi
ha insegnato, ad esempio, ad affrontare la divina lunghezza di
un adagio. Una volta ero spaventato, ora penso di aver
finalmente trovato una chiave per gestire questo filo fatto di
silenzi. E' l' idea dell' indugiare, del lasciare andare le cose
che poi si ritroverà in Schubert''.
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