Gli annunci di big tech come Apple, Open AI, Google, vanno sempre di più nella direzione di sistemi di intelligenza artificiale sempre più personalizzati sui dati dell'utente - o delle aziende - sempre più integrati nei vari servizi e app, "ma la vera sfida è la sicurezza". È il quadro tracciato da Alessio Pomaro, ingegnere informatico, head of Artificial Intelligence di Search On Media Group, al "Wmf - We Make future" che si chiude oggi in fiera a Bologna proprio con un panel incentrato su "Protezione dei dati e Intelligenza artificiale".
Il panorama dell'intelligenza artificiale, sottolinea, è in rapidissima evoluzione. "Già ragionare di qui a cinque anni - spiega all'ANSA - è un periodo di tempo molto ampio perché ogni giorno vengono pubblicate nuove ricerche, nuovi servizi che potrebbero stravolgere lo scenario". Nel prossimo futuro comunque "le previsioni sono di miglioramento costante di questi modelli di IA" su almeno tre fronti: quello dell'architettura alla base di questi sistemi, "l'integrazione dell'IA nelle nostra vita digitale" e la "multimodalità". "Le big tech - dice Pomaro - ci hanno fatto già vedere negli ultimi eventi le integrazioni dell'intelligenza artificiale in tutti i software che utilizziamo abitualmente". Quanto alla multimodalità, questo "significa che questi modelli di IA saranno sempre più in grado di elaborare audio, video, immagini, qualsiasi tipo di input anche derivante dal mondo fisico. E questo è un aspetto interessante". Migliorerà senz'altro "l'esperienza utente: inizieremo probabilmente a vedere assistenti virtuali che davvero ci regalano un'esperienza interessante". "Ormai, e lo abbiamo visto anche nell'ultimo evento di Open Ai, siamo a livelli di interazione impressionanti, davvero paragonabili a quella tra esseri umani".
Ci sono dei rischi ovviamente nell'affidare all'Ia porzioni sempre più ampie delle nostre vite, "e sono legati alla privacy e alla sicurezza dei dati". Tuttavia, sottolinea l'esperto, "come migliorano le tecnologie, anche le big tech stanno lavorando su questi aspetti". Insomma l'IA "dobbiamo vederla come uno strumento in grado di accelerare dei processi" e il bilanciamento tra rischi e opportunità dipende sostanzialmente "da quali processi inneschiamo". Lasciare ad esempio che uno strumento come ChatGpt fosse a disposizione di chiunque, senza formazione, è stato un rischio "ma è anche vero che se non avessero agito in questo modo il sistema non sarebbe cresciuto così tanto".
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