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Acquaroli, rilancio dei borghi essenziale per le aree interne

Acquaroli, rilancio dei borghi essenziale per le aree interne

Così il governatore della Regione Marche al Meeting di Rimini

RIMINI, 25 agosto 2024, 21:56

Redazione ANSA

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"Per noi il rilancio del borgo significa innanzitutto il rilancio valoriale. Noi vogliamo rilanciare le piccole comunità che hanno dato un grande contributo alla valore economico, all'artigianato, alla manifattura, alla cultura, alla storia, alla tradizione, all'identità, all'autenticità della nostra Regione. I borghi nella strategia degli anni passati purtroppo hanno perso la loro centralità e anche la loro accoglienza. Noi riteniamo invece che, per il tramite dei borghi, possa rivivere una strategia di rilancio del nostro territorio, fondamentale per le aree interne e per i centri storici. Non solo, riteniamo che per il tramite dei borghi possa tornare ad essere fondamentale una visione della società, una visione dell'economia, una visione del territorio e una visione della comunità". Lo ha detto il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli al Meeting di Rimini durante un incontro dal titolo "Il patrimonio culturale e la rinascita dei borghi" a cui ha partecipato, tra gli altri anche il commissario sisma 2016, senatore Guido Castelli.
    No a "borghi museo", ha sottolineato Acquaroli, ma "politiche che facciano del borgo un'alternativa vera plausibile è percorribile al modello di vita che c'è stato proposto per tanti anni della città metropolitana o della città che è cresciuta ma che non può diventare l'unica soluzione". Così il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli intervenuto al Meeting dell'Amicizia. "La sfida dei borghi è la sfida di una civiltà che rischia di scomparire - ha sottolineato il presidente della Regione - trascinandosi dietro le nostre identità più profonde.
    Il nemico più importante del Borgo è il bando per il borgo - ha aggiunto - perché noi non abbiamo bisogno in Italia di recuperare 20 Borghi ed ergerli al museo di qualcosa che non c'è più poi abbiamo un bisogno di creare politiche che faccio del Borgo un'alternativa vera". "Noi abbiamo il problema enorme dei centri storici piccoli piccolissimi, a volte minuscoli e dei borghi. - ha proseguito - Allora io, facendo il sindaco qualche anno fa, ho dovuto mettere a budget a bilancio della nostra piccola Comunità delle risorse per mettere in sicurezza alcuni edifici privati che erano stati abbandonati per una questione di eredità. Allora da presidente di Regione, insieme alla Giunta e alle forze di maggioranza, - ha ricordato Acquaroli - abbiamo pensato di studiare un modello che mettesse al centro il borgo come un fattore di sviluppo e un modello economico e sociale economico e sociale realmente alternativo che non deve vivere di assistenzialismo ma che deve essere messo in condizione di competere. Un modello, ha proseguito il presidente, "che si fonda sul turismo, che può consentirci di recuperare questi spazi. I nostri Borghi sono dei veri scrigni, un patrimonio enorme dal punto di vista urbano, culturale, spirituale, perché abbiamo delle chiese bellissime, un patrimonio culturale di assoluto prestigio. Intorno a una visione, potenziata sicuramente di infrastrutture materiali e digitali, ha detto ancora Acquaroli - occorre ridare un'opportunità a questi luoghi che però diventano centrali. Se abbandoniamo certe aree ci troveremo in una situazione in cui - ha ammonito - tutto quello che a monte non viene curato farà il danno a valle: lo vediamo con le alluvioni, con una manutenzione che non può essere messa completamente a carico delle istituzioni e del bilancio pubblico, che sia lo Stato, le Regioni o Province". "Noi non dobbiamo guardare come questi territori come un elemento che non ci consente di essere competitivi - ha rimarcato - dobbiamo investire affinché questi territori possano tornare protagonisti. Io sono convinto, noi siamo convinti che uno spazio c'è, che ci sono tante persone nella nostra regione, la maggior parte straniere che restano affascinati dai borghi e acquistano un'abitazione e poi si trasferiscono a vivere in Italia". "Questo può essere fatto sicuramente con lo smart working - ha proseguito Acquaroli - può essere fatto per implementare un turismo che non può essere solo balneare o di montagna: c'è uno spazio per il turismo del borgo, per la destagionalizzazione della cultura, dell'enogastronomia".
    "Riattivando questo tipo di visione del nostro territorio - ha concluso - noi siamo convinti che ci sia tanto interesse e tanto spazio che può rendere il nostro territorio più competitivo può garantire occupazione e rimette la persona al centro".
   

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