Il primo marzo è scattata per le
persone transgender e non binarie la possibilità di avere sulla
tessera di bus e metrò il nome che hanno scelto per affermare la
propria identità di genere, in sostituzione al nome registrato
all'anagrafe.
L'iniziativa fa parte di una serie di politiche che la città,
da Palazzo Marino ad alcune scuole e università, sta mettendo in
campo per favorire l'autodeterminazione delle persone. Il
Comune, ad esempio, esattamente un anno fa ha introdotto questa
misura per i suoi dipendenti. Il nome d'elezione sulla tessera
dell'abbonamento evita situazioni di potenziale discriminazione
e disagio: durante un controllo, basterà mostrare la tessera che
avrà il nome scelto e non quello segnato sulla carta d'identità.
Solo in caso di abbonamento o tessera non validi, bisognerà
presentare un documento di riconoscimento, come accade per tutti
i controlli.
"Adottare il riconoscimento dell'identità alias negli
abbonamenti del trasporto pubblico — ha spiegato al quotidiano
l'assessora alla Mobilità Arianna Censi — ha un forte valore
inclusivo ed è un segnale di attenzione ai diritti di tutte le
persone. Valori che la nostra città con forza cerca di
realizzare".
"Dopo il riconoscimento dell'identità alias per i e le
dipendenti comunali — ha affermato la delegata alle Pari
opportunità del Comune Elena Lattuada -, un altro passo
importante viene compiuto con l'abbonamento Atm con il nome di
elezione in materia di riconoscimento dei diritti. Anche così si
rafforza l'identità di Milano quale città dell'inclusione e
cresce il numero delle città italiane che, con questi gesti,
affermano il principio della libertà delle persone di
autodeterminarsi".
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