La procura di Genova ha chiesto la
condanna a quasi 140 anni per 13 persone accusate di avere
organizzato un traffico di droga anche dal carcere di Marassi.
Il pm Marco Zocco, della Dda ligure, ha chiesto la pena più alta
(20 anni) per Gabriele Puleo, ritenuto il vertice
dell'organizzazione. Era lui, secondo l'accusa, che usava
telefoni criptati e pizzini per gestire il traffico mentre era
in carcere.
Puleo era stato arrestato lo scorso aprile dai carabinieri
del Ros. L'uomo era già finito in carcere nel 2015 e al momento
del suo ingresso aveva ricevuto sei telefonini di cui 4
criptati. Con questi, secondo l'accusa, comunicava col suo
braccio destro Marco Cuomo (per cui sono stati chiesti 14 anni),
mentre col padre Vincenzo Puleo (che secondo l'accusa faceva il
tesoriere dell'organizzazione e per il quale sono stati chiesti
10 anni e otto mesi) comunicava anche tramite fogliettini
passati durante i colloqui. I telefonini servivano anche a fare
le videochiamate alla mamma e alla nonna, oltre che ad
organizzare i traffici.
Per recuperare i carichi di stupefacente, arrivati
dall'America Latina, Puleo poteva contare su un impiegato di una
ditta che si occupa di recuperare i rifiuti nelle navi. I
"recuperatori" non erano solo nel capoluogo ligure ma anche a
Parigi e in Olanda. L'organizzazione, secondo l'accusa,
recuperava i carichi di droga anche per altre associazioni a
delinquere facendosi ricompensare con una percentuale (in denaro
o in cocaina) di circa il 20% del prodotto importato o con una
somma equivalente.
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