La procura di Genova ha chiuso le
indagini sulla fusione tra la municipalizzata dei trasporti di
Genova Amt e quella del trasporto provinciale genovese Atp. La
pm Patrizia Petruzziello ha mandato l'avviso a 10 indagati tra i
quali Ilaria Gavuglio, attuale direttore generale di Amt, Enzo
Sivori, ex presidente di Atp e vice presidente di Amt, e Marco
Beltrami, ex presidente di Amt. Avvisi anche ai sindaci e agli
ex responsabili delle due aziende di trasporto e a una dirigente
del Comune. Le accuse sono di truffa, truffa ai danni dello
Stato e ostacolo all'attività di controllo dell'autorità di
vigilanza. Secondo l'accusa, i dieci "con artifici, inducendo in
errore l'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato,
deputata al controllo dell'operazione di aumento di capitale
nelle società partecipate con capitale pubblico e indirettamente
anche il ministero dell'Economia e delle Finanze, conseguivano
indebitamente finanziamenti per complessivi 4.489.600 euro".
In particolare, per i finanzieri che hanno materialmente
svolto le indagini, gli accusati avrebbero "omesso di comunicare
alla stessa Agcm in maniera completa ed esaustiva l'effettiva e
reale destinazione delle somme da impiegare per il deliberando
aumento di capitale di Atp Esercizio, ovvero indicando
falsamente per mezzo di un business plan la motivazione
analitica degli obiettivi di investimento". In questa maniera,
dice l'accusa, si "permetteva ad Amt, autorizzata dal Comune di
Genova e dagli altri soci pubblici, di versare anticipatamente
ad Atp, in conto futuro aumento di capitale, l'importo di due
milioni di euro, consentendo ad Atp di avere a disposizione una
provvista finanziaria per estinguere i debiti pregressi".
L'inchiesta era nata dall'esposto presentato da Autoguidovie
Spa, società privata lombarda di trasporti dentro Atp e da
sempre contraria alla fusione con Amt. Autoguidovie aveva
denunciato di essere stata truffata dall'operazione ideata dalla
Città metropolitana di Genova, nei confronti della quale aveva
sempre manifestato la propria contrarietà. Adesso gli indagati
(difesi dagli avvocati Andrea Andrei, Massimo Boggio, Massimo
Ceresa Gastaldo e Giuseppe Sciacchitano) hanno 20 giorni di
tempo per chiedere di essere interrogati.
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