La lettura dei nomi delle 127
vittime del lavoro in Liguria negli ultimi 5 anni e poi un lungo
applauso che è risuonato in una piazza Matteotti dove sono state
collocate simbolicamente 127 bare di cartone. È stato questo il
momento centrale di "Zero Morti sul Lavoro", tappa genovese
della campagna nazionale della Uil per discutere di vita,
sicurezza e legalità.
"Queste bare devono parlare alla coscienza di chi ha
responsabilità - spiega il commissario straordinario della Uil
Liguria Emanuele Ronzoni - perché dietro a queste bare ci sono
famiglie che piangono persone che sono uscite per andare a
lavorare e non hanno fatto più ritorno a casa. Bisogna aumentare
gli ispettori che vadano a fare le verifiche, aumentare le
ammende, la formazione per i lavoratori , istituire una procura
speciale perché in molti casi si tratta di omicidi, e non dare
la possibilità alle aziende che non rispettano le normative di
poter accedere a finanziamenti pubblici".
La situazione continua a preoccupare molto visto che nella
prima metà dell'anno, ricorda Ronzoni "a fronte di una
diminuzione degli inserimenti al lavoro sono aumentate le
denunce per incidenti". In piazza, oltre a lavoratori e
delegati, anche le famiglie di alcune delle persone decedute a
causa di infortuni sul lavoro o malattie professionali. "Mio
papà lavorava in Ansaldo e si è ammalato nel 2003 per il tumore
provocato dall'amianto a 53 anni - ricorda Riccardo Badi, che ha
scelto di fare il sindacalista in Uil dopo questa tragedia
famigliare - e dopo un anno se n'è andato. Bisogna ricordare
anche le malattie professionali, che non sono accettabili".
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