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Un corto sul G8 di Genova finalista 'oscar degli studenti'

Un corto sul G8 di Genova finalista 'oscar degli studenti'

La regista di Föa, Margherita Ferrari: "Un lavoro collettivo"

ROMA, 20 agosto 2024, 13:23

Redazione ANSA

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(di Chiara Venuto) "Mi ha stupita che una storia così specifica nel tempo e nel contesto abbia colpito tante persone, più di quante mi aspettassi". Föa, cortometraggio di Margherita Ferrari, è tra i sette finalisti della sezione fiction degli Student Academy Awards, quelli che si potrebbero soprannominare gli 'oscar degli studenti'. Nelle prossime settimane si sapranno i titoli vincitori, i cui autori voleranno a Los Angeles per la premiazione. Un'occasione che apre molte porte, di cui la più prestigiosa è la possibilità - riservata ai premiati - di concorrere agli Academy Awards con il proprio corto.
    "Favola" o "storia", questo il significato di Föa in dialetto genovese. Il cortometraggio racconta una vicenda che si sviluppa nel contesto dei fatti del G8 di Genova. "Tutti si ricordano dov'erano in quei giorni - spiega Ferrari all'ANSA - e tutti concordano che è stato un momento spartiacque tra un tempo in cui si credeva in un altro mondo possibile e quello in cui si è cominciato a vivere nell'unico mondo possibile. Quando la speranza di cambiamento è stata repressa".
    La storia "nasce da un ricordo personale - prosegue - anche se ai tempi del G8 ero molto piccola (Ferrari è classe '97, ndr), ricordavo ancora come le finestre dovevano essere chiuse in quei giorni. Quell'immagine mi è tornata in mente durante il Covid". Ha come protagonista Nicole (Anna Ferraioli Ravel), una donna incinta che si trova da sola in casa durante le proteste.
    "Apre la porta a una ragazza che le sembra sola come lei, ma nel farlo è incauta", racconta la regista, perché dietro alla sconosciuta entrano altri manifestanti (i tre personaggi sono interpretati da Clara Tramontano, Ruben Mulet Porena e Giulio Cavazzini), con i quali comincia una convivenza forzata.
    Un'esperienza che li cambia, perché a scontrarsi sono "da una parte un mondo più collettivo - aggiunge Ferrari - dall'altra uno più ripiegato in sé, ma che allo stesso tempo contiene un piccolo germe di creazione, una domanda sul futuro a cui bisogna rispondere".
    Si tratta di un cortometraggio di diploma di un gruppo di soli studenti del Centro sperimentale di cinematografia di Roma.
    Per la giovane regista è importante ricordare che si è trattato di un lavoro di squadra. "La bellezza del cinema è l'aspetto collettivo - riflette Ferrari - se per me questo non fosse stato fondamentale avrei preso una tela e avrei lavorato da sola".
    Tant'è che "quando l'ho presentato alle sceneggiatrici, Anita Della Cioppa e Veronica Pensierini, il mio non era nemmeno un soggetto, soltanto un'idea molto ibrida", ricorda. La fotografia è stata curata da Filippo Mariano, il montaggio da Blanka Nádai, il sound design di Gabriele Costabile. La produzione è del Csc e la distribuzione di Premiere Film.
    In attesa della decisione dell'Academy, ora lo sguardo va al futuro. La regista sta collaborando con piccole produzioni, soprattutto documentari. "Sto anche scrivendo per tornare a fare fiction - afferma - il documentario è una grande scuola di sguardo per me, ma raccontare storie è quello che mi interessa".
    D'altronde, la passione per la regia di Ferrari è nata dai VHS che guardava da piccola, uno dopo l'altro, a volte senza nemmeno guardare il titolo del film. "Un giorno, avrà avuto 6 o 7 anni, misi nel lettore una cassetta a caso, era Duel di Spielberg - rivela - per qualche motivo tecnico non partì l'audio. Per pigrizia lo vidi tutto senza sentire niente. Fu allora che forse capii che non mi piacevano solo i film, ma anche il mestiere del regista".
   

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