"Quella che Monfalcone vieta il
cricket è l'ennesima sparata, falsa, degli organi di
informazione che a seguito di un pezzo di una faziosa
giornalista della BBC, che non ha neanche cercato la mia
versione, ha voluto sollevare un problema inesistente". Anna
Maria Cisint, già sindaco di Monfalcone e oggi europarlamentare,
rimanda "al mittente le accuse di razzismo e le vere e proprie
fakenews diramante da certa stampa", scrive in una nota,
tornando sulle polemiche legate al presunto divieto di giocare a
cricket.
"Si tratta dell'ennesimo bombardamento finalizzato a colpire
me e la mia battaglia, che fa ancora una volta emergere
l'esistenza di una volontà di zittirmi insieme a tutti i
cittadini esausti di dover soggiacere alle prevaricazioni delle
comunità islamiche". Nel regolamento comunale "non esiste alcun
divieto del gioco del cricket, semplicemente in alcune zone
pubbliche, come avviene ovunque, sono vietati dei comportamenti
potenzialmente capaci di danneggiare beni e far male alle
persone. Così vale per il cricket, il calcio e ogni altra
attività", precisa nella nota. Per Cisint "tutto questo nasconde
solo la volontà di gruppi di islamici di voler fare quello che
vogliono, senza rispettare le regole, discriminando invece chi
le segue, con la scusa del razzismo, dietro la quale falsamente
si proteggono con la complicità della stampa di sinistra",
accusa. Sostenendo, che "si parli solo di un presunto divieto
del cricket, ma nulla si dice delle nuove scuole costruite, del
90% del welfare del Comune assorbito dagli extracomunitari e
delle politiche scellerate della grande azienda che ha fatto
snaturare la nostra città, importando dal 2005 manodopera povera
grazie ai subappalti selvaggi e nulla dice neanche delle donne e
bambine con il volto integramente coperto sottomesse dall'Islam
più radicale, di cui io invece ho parlato", conclude il
comunicato.
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