"L'unico modo per competere con le
enormi potenzialità e i grandi capitali, è mettere insieme
l'intera filiera pubblico-privato". E' la ricetta per competere
nel settore dell' Intelligenza artificiale secondo Cristiano
Borean, direttore finanziario di Generali, tenendo ben fermo un
principio base, la mutualità: "Ci si mette tutti assieme e chi
ha avuto, in parte aiuta chi non ha avuto". Borean è intervenuto
oggi a un incontro su "Economia e scienza" con il cosmologo e
docente di fisica teorica della Sissa Roberto Trotta, moderato
da Simona Regina. L'incontro si è svolto nell' ambito di Link,
il 'media festival' del Gruppo Nem in corso a Trieste.
Una dottrina che deve fare i conti con il ritardo che accusa
l'Italia in questo ambito. Una ricerca presentata ieri al Forum
Ambrosetti segnalava che il Pil nazionale potrebbe crescere del
18% utilizzando proprio le possibilità dell' IA, ma siamo in
ritardo sulla formazione (competenze), nella visione strategica
e negli investimenti. L'esempio di Borean è tombale: "Fatto 100
quanto investito sull'Ai, il 4% è l'investimento dell'Europa, il
69% degli Usa".
Tornando alla formazione: "Nel mondo dell' impresa noi già
anni fa abbiamo cominciato con una iniziativa pubblico-privato
che coinvolge università, enti di ricerca e altre realtà,
compreso il Mib (School of management) - sottolinea il Cfo di
Generali - Non c'è soluzione individuale alla formazione, e non
c'è via che non sia pubblico-privata. Ciò di cui si ha bisogno
sono figure che sappiano insegnare alle macchine. Su tre
capisaldi: ricerca di base, ricerca applicata e formazione".
Ma ciò che è urgente e imprescindibile sono le norme che
regolino la "dimensione" dell'IA. Ambizione complessa perché,
come ha indicato Trotta, "ciò che distingue l'IA dalle altre
tecnologie è la velocità, la sua accelerazione esponenziale: il
mondo del lavoro non avrà anni per adeguarsi come è accaduto
nella prima rivoluzione industriale". E di fronte a questa
rivoluzione in corso, non bisogna essere né apocalittici né
integrati, ma restare in quella che il cosmologo ha definito la
"zona grigia". Insomma, "libertà con dei limiti", portare avanti
la ricerca, ma "nell'interesse dell' umanità", evidenzia Borean.
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