"L'Enciclica Fratelli tutti ci offre
un orizzonte concreto, possibile, attraente, condiviso. Un unico
popolo. Perciò, guardiamo con preoccupazione al pericolo dei
populismi che, se non abbiamo memoria del passato, possono
privarci della democrazia o indebolirla!". Così il cardinale
Matteo Zuppi durante la cerimonia di apertura della 50/a
Settimana sociale dei cattolici italiani, a Trieste, alla
presenza del presidente Sergio Mattarella.
Il presidente della Cei ha sottolineato che "dal 1907 a oggi
il cattolicesimo italiano non è rimasto a guardare, non si è
chiuso in sacrestia, non si è fatto ridurre a un intimismo
individualista o al culto del benessere individuale, ma ha
sentito come propri i temi sociali, si è lasciato ferire da
questi per progredire verso un ordine sociale e politico la cui
anima sia la carità sociale".
"I troppi morti ci ammoniscono a non accettare i semi antichi
e nuovi di odio e pregiudizio - ha quindi proseguito -. Non
vogliamo che i confini siano muri o, peggio, trincee, ma
cerniere e ponti! Lo vogliamo perché questo è il testamento di
chi sulle frontiere ha perso la vita. Lo vogliamo anche per
quanti, a prezzo di terribili sofferenze, si sono fatti migranti
e chiedono di essere considerati quello che sono: persone!".
Secondo Zuppi, "la pace e lo sviluppo non sono beni
conquistati una volta per tutte. Richiedono un 'amore politico'
che deve assumere l'unità come un obiettivo da perseguire, da
difendere e da far crescere, perché l'unità non è mai statica,
ma sempre dinamica!".
"Quante risorse sprecate, quante opportunità perdute, quanti
campi in cui è urgente una maggiore solidarietà!", ha avvertito
il presidente dei vescovi: "Pensiamo agli anziani dei quali
dobbiamo proteggere la fragilità, ai disabili, ai giovani che
sentono di non avere un futuro ma in realtà lo cercano, alle
donne vittime della violenza maschile, a chi lavora in
condizioni inaccettabili, alla casa senza la quale non c'è
integrazione e nemmeno famiglia e futuro". E "la solidarietà è
verso tutti, e non guarda il passaporto perché tutti diventano
il nostro prossimo e parte nel nostro futuro".
Molto applaudito il passo in cui il card. Zuppi ha ricordato
Satnam Singh, che "sognava il futuro e lavorava per ottenerlo: è
uno di noi, lo ricordiamo con commozione e la sua vicenda è un
monito che svela l'ipocrisia di tante parole che purtroppo
rimangono tali e, quindi, beffarde".
"Siamo contenti quando i cattolici si impegnano in politica a
tutti i livelli e nelle istituzioni, dovunque", ha quindi
concluso: "I cattolici in Italia desiderano essere protagonisti
nel costruire una democrazia inclusiva, dove nessuno sia
scartato o venga lasciato indietro".
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