"La conclusione è obbligata, devo
chiedere la responsabilità dell'imputato per tutti i fatti.
Siamo di fronte a due omicidi aggravati, quindi chiedo la
condanna all'ergastolo con isolamento diurno di un anno".
E' questa la richiesta della procuratrice aggiunta di
Bologna, Morena Plazzi, nei confronti dell'ex medico della
Virtus Giampaolo Amato, accusato dell'omicidio aggravato della
moglie, Isabella Linsalata, ginecologa di 62 anni, uccisa tra il
30 e il 31 ottobre 2021, e della suocera Giulia Tateo, 87 anni,
trovata morta 22 giorni prima della figlia. Le due donne,
secondo l'accusa sarebbero state avvelenate con un mix di
Sevoflurano, un'anestetico e Midazolam, ovvero benzodiazepine.
Al medico la Procura contesta le aggravanti della
premeditazione, dei motivi abietti e futili e l'uso del mezzo
venefico.
Amato venne arrestato dai carabinieri quasi un anno e mezzo
dopo le due morti, l'8 aprile del 2023, e si è sempre proclamato
innocente. L'imputato è presente, come sempre, nell'aula della
Corte d'Assise, presieduta dal giudice Pier Luigi Di Bari. Amato
per tutta la durata dell'udienza ha scosso la testa di fronte
alle parole di Plazzi e ad un certo punto ha anche commentato
sottovoce rivolgendosi ad uno dei suoi avvocati: "Ma che sta
dicendo?".
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