"Due stelle ai fornelli" titola il
tema di Ambasciata Campana, l'evento gastropartenopeo che si è
preso la scena al Sine by Di Pinto di Viale Umbria. Ma non è
vero: le stelle sono molte di più, perché alle due di Nino di
Costanzo si sono aggiunte e le tre dell'outsider bergamasco
Enrico Cerea, che ha portato i dolci del suo Da Vittorio
(Brusaporto). E poi ci sono le stelle che meriterebbe lo stesso
chef patron del Sine, Roberto Di Pinto, ma quello è un altro
discorso.
La serata è corsa via tra piatti memorabili che hanno
evidenziato una potenzialità fortissima della cucina campana
attualizzata all'oggi: l'esempio più chiaro sono i tubetti di Di
Pinto con ceci che, dalla tradizione pura, si sono portati a
incrociare bei cromatismi e la spunta piccante del polpo
all'arrabbiata. Oppure la potenza tecnica dell'agnello (una
lunga e bassa cottura) che Di Costanzo ha unito "nella"
parmigiana di melanzane, e tra le posate (provocazione geniale)
per mangiarlo c'era solo il cucchiaio.
Non era invece facile cogliere le sfumature, in realtà
avvincenti, degli gnocchi in carbonara di caviale, dove le uova
di storione sfumavano le sapidità più marcate di uovo e
guanciale, in uno splendido e garbatissimo gran finale. Prima
dei dolci di Cerea, un'incursione milanese: quella del risotto
(da manuale) di Giovanni Traversone della Trattoria del Nuovo
Macello di Milano, fuoco d'artificio assoluto anche in versione
pre-dessert.
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