Il settore agroalimentare del Friuli
Venezia Giulia è in una fase di continua evoluzione, con calo
costante del numero di aziende, maggiore concentrazione delle
imprese più strutturate e aumento dell'occupazione agricola. È
quanto emerge dai due rapporti dell'Ersa Fvg presentati in
Regione al "Focus Agricoltura" al quale ha partecipato
l'assessore regionale alle Risorse agroalimentari, forestali,
ittiche e montagna Stefano Zannier con le rappresentanze delle
associazioni di categoria del mondo dell'agricoltura e della
zootecnia.
Rispetto al report "Prime valutazioni 2024 sull'andamento del
settore agroalimentare in Friuli Venezia Giulia" Zannier
sostiene che "sebbene non definitivi, i dati tracciano un quadro
chiaro: il numero di aziende agricole cala in maniera costante,
ma le realtà che restano diventano più grandi e strutturate, la
superficie coltivata non diminuisce". Anche l'occupazione nel
settore cresce, con meno aziende familiari ma più dipendenti,
"fenomeno che proseguirà nei prossimi anni". Preoccupano però le
difficoltà produttive legate a fattori climatici e di mercato.
"Le anomalie meteo, dalla piovosità di aprile e maggio al caldo
torrido di luglio e agosto scorsi, hanno inciso pesantemente,
anche nelle aree irrigate. Un fenomeno non gestibile e sempre
più impattante", ha sottolineato Zannier. Tutto questo in un
contesto di mercato che non compensa il calo delle produzioni
con un incremento dei prezzi: "Le marginalità aziendali si
stanno riducendo in modo significativo, rendendo difficile per
le realtà meno strutturate investire in efficienza e
innovazione", e i costi per le aziende - in particolare i
fertilizzanti - continuano a crescere. Per quanto riguarda il
report sulla "Produzione di latte vaccino in Friuli Venezia
Giulia", il trend è consolidato: calo delle imprese e della
produzione, con prezzo medio di 52 centesimi al litro nel 2024,
soggetto a fluttuazioni. "Il confronto con il panorama europeo è
inevitabile - ha spiegato Zannier - La Polonia è ormai il
principale produttore, grazie a costi inferiori. Possiamo
competere valorizzando le produzioni regionali, come il latte
destinato alle DOP, per garantire maggiori margini e migliorare
le condizioni delle stalle".
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