I prezzi degli alimentari nel
carrello della spesa degli italiani negli ultimi due anni sono
cresciuti meno della media Ue e di Germania e Spagna. Emerge
quindi una filiera agroalimentare matura e responsabile, priva
di fenomeni speculativi su larga scala. E' quanto emerge dal
Rapporto Ismea competitività del settore nel 2022 presentato in
un evento che ha visto confrontarsi sui temi dell'inflazione,
dei rapporti nella filiera e della competitività internazionale
esperti, esponenti della comunità scientifica e presidenti delle
principali sigle associative della parte agricola, della
trasformazione industriale, della distribuzione e del commercio
estero. L'agroalimentare è stato tra i settori più colpiti
dall'inflazione, tra i principali centri di trasmissione degli
aumenti dei prezzi a causa del suo ruolo nell'economia e della
sua dipendenza dall'estero per prodotti energetici, materie
prime e beni intermedi che lo rendono articolarmente vulnerabile
alle tensioni su mercati internazionali.
La crescita media dei prezzi ha raggiunto l'8,1% ma è stata
più contenuta di quella media dell'Ue (10,2%) e dell'Eurozona
(9%); meglio ha fatto la Francia, che grazie al suo maggior
grado di autosufficienza, alimentare ed energetica, ha
registrato +6%. Nella prima metà del 2023 il carrello della
spesa ha continuato a salire, raggiungendo il suo picco a marzo
(+12%), ma sempre inferiore alla media comunitario. Un trend che
ha impattato sugli acquisti con volumi in riduzione del 3,7% nel
2022 e scontrini in aumento del 5%. In questa situazione la
filiera è comunque riuscita a controllare le variazioni dei
prezzi, rallentando e diluendo gli incrementi a valle. Se
infatti gli shock al rialzo dei prezzi si sono ripercossi in
tempo reale sui costi dell'agricoltura e, a seguire, su quelli
dell'industria di trasformazione, il trasferimento alla
distribuzione e al consumo finale è avvenuto con maggior
gradualità, sia per l'impossibilità di ritoccare tempestivamente
i contratti in essere con la Gdo, sia per evitare eccessive e
repentine contrazioni della spesa delle famiglie.
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