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Sulle Alpi italiane un fiore finora mai visto

Sulle Alpi italiane un fiore finora mai visto

Scoperto in provincia di Bergamo, è già a rischio scomparsa

28 febbraio 2024, 15:06

di Benedetta Bianco

ANSACheck
La Campanula bergomensis cresce solo in poche valli nei pressi della città di Clusone, in provincia di Bergamo (fonte: Università degli Studi di Milano - Università di Siena) -     RIPRODUZIONE RISERVATA
La Campanula bergomensis cresce solo in poche valli nei pressi della città di Clusone, in provincia di Bergamo (fonte: Università degli Studi di Milano - Università di Siena) - RIPRODUZIONE RISERVATA

La Campanula bergomensis cresce solo in poche valli nei pressi della città di Clusone, in provincia di Bergamo (fonte: Università degli Studi di Milano - Università di Siena) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Le Alpi italiane, e le Prealpi lombarde in particolare, accolgono una nuova specie di pianta appena scoperta: si tratta di un fiore mai visto prima, appartenente al genere Campanula e che è stato chiamato Campanula bergomensis, dal nome della provincia di cui è esclusivo. Il fiore, caratterizzato dalla tipica forma a campana, si trova infatti solo in poche valli nei pressi della città di Clusone. La scoperta, pubblicata sulla rivista Phytotaxa, si deve ad un gruppo di ricercatori italiani di Università di Siena, Università di Milano e del gruppo Flora Alpina Bergamasca. La nuova specie, tuttavia, corre già il rischio di scomparire e necessita, quindi, di misure per la sua protezione.

Gli autori dello studio, coordinato da Marco Caccianiga dell’Università di Milano e che vede come prima firmataria Barbara Valle dell’Università di Siena, hanno trovato delle affinità con la Campanula cespitosa, che fiorisce sulle Alpi orientali in Italia, Austria e Slovenia. Tuttavia, grazie ad analisi genetiche e morfologiche, hanno potuto stabilire che si tratta in realtà di due specie ben distinte e alcuni esemplari verranno ora coltivati nell’Orto Botanico Città Studi dell’Università di Milano.

“Questa scoperta dimostra come la biodiversità italiana riservi ancora molte sorprese e che le conoscenze sulla nostra flora e fauna sono tutt’altro che complete, oltre a confermare la straordinaria ricchezza floristica delle zone prealpine”, afferma Caccianiga. “Per affrontare la perdita di biodiversità attualmente in corso è necessario innanzitutto conoscerla a fondo – dice il professore dell’Unimi – indagando anche territori apparentemente ben conosciuti”.

Secondo i ricercatori, la distribuzione ristretta della nuova specie, che solo in minima parte ricade all’interno di aree protette, rende necessarie appropriate iniziative di tutela. “La specie ha un areale limitato ed è gravemente minacciata dalle attività umane", aggiunge Valle: "È quindi urgente adottare delle misure di protezione e conservazione”.

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